Tornano i buy a Wall Street e borsa Tokyo fa +0,88%. Asia positiva, focus su Ipo e Bce
Azionario asiatico positivo dopo il recupero di Wall Street e in attesa della riunione del Consiglio direttivo della Bce. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,88% a 23.235,47 punti; borsa Shanghai +0,44%; Hong Kong +0,18%, Seoul +1,17%, Sidney +0,28%.
Dopo tre giorni di forti sell off, che hanno provocato la correzione più veloce della storia del Nasdaq – con ribassi in tre sessioni del 10% circa – la borsa Usa ha recuperato terreno.
Il Dow Jones Industrial Average ha chiuso in rialzo di 439,58 punti (+1,6%), a 27.940,47; lo S&P 500 è balzato del 2% a 3.398,96 mentre il Nasdaq Composite è salito del 2,7% a 11.141,56 punti.
Focus in Asia sul mercato delle Ipo, con il debutto di Kakao Games alla borsa di Seoul: il titolo, nei primi minuti della sessione, ha più che raddoppiato il suo valore rispetto al prezzo di collocamento, balzando fino a 48.000 won coreani (l’equivalente, come riporta Cnbc, di circa $40,48), due volte il prezzo di emissione di 24.000 won.
Altro debutto di rilievo è stato quello di Yum China, che gestisce le catene di fast food KFC, Taco Bell e Pizza Hut in Cina, alla borsa di Hong Kong. Il titolo ha perso tuttavia più del 4% all’inizio della sessione.
Grande market mover della sessione odierna sarà la riunione del Consiglio direttivo della Bce.
Difficile il compito della numero uno Christine Lagarde, dopo la svolta storica della Federal Reserve, con il timoniere Jerome Powell che ha annunciato al simposio di Jackson Hole la nuova strategia focalizzata sul target dell’inflazione media, la cosiddetta AIT (average inflation targeting).
Ciò significa che quello che importerà alla Fed, d’ora in avanti, è che sia il valore medio dell’inflazione in un determinato arco temporale, e non il tasso di inflazione, a raggiungere il target del 2%. Praticamente, la Fed accetterà che il tasso di inflazione Usa possa salire anche oltre il 2%, senza dover preoccuparsi di alzare subito i tassi sui fed funds.
La Fed più dovish ha avuto l’effetto di far salire l’euro, dalla soglia di $1,06 attorno a cui si aggirava durante i minimi di marzo, fin oltre quota $1,20, nuovo record degli ultimi due anni (è vero che da allora è poi sceso, anche fin sotto $1,18), la scorsa settimana.
Bisognerà vedere come Lagarde & Co affronteranno il rischio del Super euro: secondo gli analisti, oggi la Bce si limiterà a parlare, senza sfoderare alcun bazooka da un arsenale che, in realtà, è sempre più vuoto. L’euro sale dello 0,23% a $1,1830.