Coronavirus in Italia: costante aumento dei nuovi casi nell’ultima settimana, risale età media
Costante aumento dei nuovi casi di coronavirus in Italia nell’ultima settimana, nonostante siano stati effettuati meno tamponi. Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe registra nella settimana dal 9 al 15 settembre, rispetto alla precedente, una stabilizzazione nell’aumento dei nuovi casi (9.837 vs 9.964) a fronte di una riduzione di tamponi effettuati di oltre 58mila. Sul fronte degli ospedali, aumentano i pazienti ricoverati con sintomi (2.222 vs 1.760) e in terapia intensiva (201 vs 143), mentre risulta stabile il numero dei decessi (70 vs 72).
“Nell’ultima settimana – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – l’aumento dei nuovi casi appare stabilizzato, anche se è verosimile che il numero sia sottostimato considerata la riduzione dei casi testati e l’ulteriore aumento del rapporto positivi/casi testati. Si conferma inoltre il trend in aumento dei pazienti ospedalizzati con sintomi e di quelli in terapia intensiva. Tutte spie rosse che impongono la consapevolezza pubblica sulle dinamiche dell’epidemia, senza minimizzazioni o terrorismi di sorta, al fine di mantenere alta la guardia anche per l’imprevedibile impatto della riapertura delle scuole sulla curva dei contagi”.
Rispetto a luglio, è evidente la crescita dei contagi settimanali: dai 1.408 della settimana 15-21 luglio siamo passati a 9.837 nuovi casi di quella 9-15 settembre. Questa dinamica ha generato il progressivo aumento dei casi attualmente positivi che da fine luglio sono più che triplicati. “Vero è che si tratta di numeri ancora bassi – puntualizza il presidente – e che al momento non risultano segnali di sovraccarico dei servizi ospedalieri, ma il trend in costante aumento impone di mantenere la guardia molto alta, soprattutto in alcune regioni”.
Rispetto al mese prima, risale l’età media dei contagiati che da sotto i 30 nelle settimane centrali di agosto è risalita a circa 40 anni, “dimostrando che i giovani asintomatici, quando vengono a contatto in ambito familiare con persone adulte e anziane, contagiano soggetti fragili che sviluppano sintomi e possono necessitare di ricovero ospedaliero, o addirittura in terapia intensiva. Davanti a questo scenario epidemiologico e clinico, le regioni devono potenziare senza indugi l’attività di testing e tracing, in evidente calo dopo il “boom dei tamponi” sui vacanzieri”.