Mediobanca: dopo la benedizione della Bce Del Vecchio sale oltre il 10%. E ora?
Dopo il via libera della Bce la Delfin di Leonardo del Vecchio è salita al di sopra della quota del 10% in Mediobanca. E’ quanto emerge dalle comunicazioni sulle partecipazioni rilevanti della Consob. Nello specifico, la partecipazione della holding del patron di Luxottica nel capitale di Piazzetta Cuccia è stata portata al 10,162%, rispetto al 9,889% precedente.
L’autorizzazione a salire nel capitale di Mediobanca oltre la quota del 10% e fino al 19,9% era stata concessa dalla Bce alla fine di agosto. Delfin ha precisato che non intende acquisire il controllo della banca.
“L’investimento di Delfin in Mediobanca ha carattere finanziario e di lungo termine, con la volontà di garantire stabilità e sostenere la crescita dell’emittente”, ha comunicato, precisando che “non intende acquisire il controllo” su Mediobanca “o, comunque, esercitare un’influenza dominante sulla gestione” della banca.
Così si legge ancora nella dichiarazione di Intenzioni alla Consob: “eventuali ulteriori incrementi della partecipazione”, che non potranno eccedere il 19,9% autorizzato dalla Bce “saranno, pertanto, valutati tempo per tempo sulla base, principalmente, del rendimento dell’investimento, delle condizioni di mercato e delle opportunità di acquisto”.
“Quanto al rinnovo del Consiglio di Amministrazione nella prossima assemblea annuale di Mediobanca, coerentemente con la natura e le finalità del proprio investimento, Delfin non intende presentare una lista di candidati per la nomina della maggioranza degli amministratori”, così come “non vi sono accordi con altri soci o terzi aventi ad oggetto la partecipazione in Mediobanca indirettamente detenuta”.
Per “la maggior parte”, la quota del 10,162% di Mediobanca è stata rilevata ricorrendo all’indebitamento finanziario. In particolare, il 74,49% della partecipazione è stato acquisito “mediante risorse rivenienti da una linea di credito revolving concessa – senza vincolo di scopo – da Unicredit Luxembourg” e per il 23,04% mediante “una linea di credito revolving concessa – senza vincolo di scopo – da Intesa Sanpaolo Luxembourg“. Solo il 2,47% è stato rilevato con mediante mezzi propri.
Nel comunicato Delfin ricorda di essere stata autorizzata – ai sensi delle norme di legge e regolamentari applicabili – dalla Banca Centrale Europea (‘BCE’) in data 26 agosto 2020 ad incrementare la propria partecipazione in Mediobanca al di sopra del 10%, ma comunque entro la soglia del 19,9% del capitale sociale. Il superamento della soglia del 10% – motivo per cui viene fatta la presente dichiarazione – si inserisce pertanto nel contesto di tale autorizzazione.
Del Vecchio ha iniziato l’ascesa in Mediobanca lo scorso autunno arrivando vicino alla soglia del 10% sfruttando anche la graduale uscita da Mediobanca decisa da Bolloré e Unicredit.
Mai nessun singolo socio aveva superato il 10% del capitale di Mediobanca nella lunga storia dei patti di sindacato che si sono susseguiti. Su quelle che sarebbero le reali intenzioni di Del Vecchio, è stata menzionata spesso Generali: sarebbe questo il vero oggetto di desiderio dell’imprenditore che ha fondato Luxottica. Così scrive il Sole 24 Ore:
“La vera incognita è per chi voterà Del Vecchio tra le tre liste presentate: la lista lunga del consiglio che ripropone gli amministratori uscenti con due sole variazioni, quella di Assogestioni che ha ricandidato i due consiglieri di minoranza, e la lista di Bluebell che ha depositato quattro nomi con una quota in proprio pari allo 0,14% del capitale e lo 0,9% messo a disposizione dal magnate islandese Thor Bjorgolfsson tramite la finanziaria Novator Capital domiciliata a Guernsey. I quattro indipendenti indicati dal fondo attivista neo costituito da Giuseppe Bivona e Marco Taricco sarebbero nominati solo se la lista risultasse la più votata e questo potrebbe avvenire eventualmente solo se Delfin salisse di peso e optasse per quest’ultima”.