Eni e l’integrazione energetica: arriva licenza per progetto stoccaggio di anidride carbonica in UK
Eni si scrolla di dosso i ribassi della vigilia e questa mattina sale in Borsa, sovraperformando il Ftse Mib. Il titolo del Cane a Sei zampe avanza di circa l’1,4% dopo avere chiuso la seduta di ieri a -2,72% in scia al segno meno del petrolio.
Per il big dell’energia del Ftse Mib sotto la lente la notizia che l’autorità britannica per il petrolio e il gas (Oil and Gas Authority – OGA) ha annunciato di avere assegnato a Eni la licenza per la realizzazione del progetto di stoccaggio di anidride carbonica (CO2). Nella nota si legge che la licenza di stoccaggio interessa un’area situata nella porzione della Baia di Liverpool nel Mare d’Irlanda Orientale, in cui Eni prevede di riutilizzare i giacimenti esausti di idrocarburi – nello specifico i giacimenti di Hamilton, Nord Hamilton e Lennox – e riconvertire le relative infrastrutture per lo stoccaggio permanente della CO2 catturata nell’Inghilterra nordoccidentale e nel Galles settentrionale. Grazie a questa licenza, Eni punta a contribuire alle necessità di decarbonizzazione dell’Inghilterra nordoccidentale e del Galles settentrionale, e al tempo stesso a collaborare attivamente con le imprese industriali per la cattura e il trasporto della CO2 dagli stabilimenti esistenti e dai futuri siti di produzione dell’idrogeno. Questo verrà utilizzato come combustibile di transizione per il riscaldamento, l’elettricità e i trasporti nell’ambito dell’obiettivo del Regno Unito di “zero emissioni” al 2050.
Un progetto grazie al quale Eni avrà effetti positivi per le comunità locali attraverso la creazione di nuove opportunità di lavoro e il supporto allo sviluppo economico della regione, oltre a tracciare un percorso concreto verso la transizione energetica e la decarbonizzazione delle attività economiche.
“Sono molto soddisfatto e orgoglioso per l’assegnazione della licenza per lo stoccaggio di anidride carbonica nel Regno Unito, la prima licenza di questo genere per Eni”, ha dichiarato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, sottolineando che “questo è un progetto di vitale importanza per Eni e rappresenta un traguardo fondamentale per gli obiettivi di “zero emissioni” del Regno Unito, oltre a essere un pilastro essenziale della strategia per la transizione energetica e la decarbonizzazione in cui Eni è fortemente impegnata”.
“La cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS) sono fra le misure che vengono intraprese per l’energy transition di Eni e permettere di decarbonizzare impianti industriali – sottolinea Equita -. Eni sta anche sviluppando a Ravenna uno dei più grandi siti di CCS (300-500 mn t di capacità). Gli impianti di CCS sono uno dei vantaggi competitivi delle società oil che sfruttano l’utilizzo di giacimenti esausti per stoccare gas serra”. Equita ha confermato la raccomandazione buy, con target price di 10 euro.
Eni e i due bond ibridi
Intanto nei giorni scorsi Eni ha detto sapere di avere lanciato due emissioni obbligazionarie perpetue subordinate ibride del valore nominale complessivo di 3 miliardi di euro. Le obbligazioni ibride, acquistate da investitori istituzionali, sono state collocate sul mercato degli Eurobond e hanno ricevuto ordini per circa 14 miliardi di euro, principalmente da Regno Unito, Francia, Italia e Germania. L’Emissione Ibrida è il più grande collocamento di bond ibridi mai emesso da una società corporate italiana.
Il punto tecnico (a cura dell’ufficio studi di Borse.it)
Quadro grafico negativo per Eni che ha rotto il livello chiave dei 7 euro, sprofondando fin quasi a sfiorare i minimi di marzo a 6,2 euro. Da qui il titolo sta tentando di impostare un rimbalzo che però, per il momento, si è bloccato al test del livello chiave a 7 euro. Servirà un forte movimento al rialzo per migliorare il sentiment di mercato su Eni. Un primo segnale in questa direzione si avrebbe con il superamento della resistenza a 7,47 euro, area di prezzo dove passa anche la trend line ribassista di breve periodo costruita sui massimi di giugno e luglio e poi riconfermata ad agosto di quest’anno. Al ribasso, invece, non si può escludere un ritorno verso i minimi annuali in area 6,2 euro.