News Notizie Notizie Mondo Wall Street in calo, petrolio KO. L’Europa spaventa. Per Commissione Ue non è pronta a seconda ondata contagi

Wall Street in calo, petrolio KO. L’Europa spaventa. Per Commissione Ue non è pronta a seconda ondata contagi

15 Ottobre 2020 15:52

Terza sessione consecutiva di ribassi per la borsa Usa, che sconta, come l’azionario globale, l’acuirsi dei timori legati alla pandemia del coronavirus COVID-19. Il Dow Jones cede quasi 300 punti (-1%), a 28.201 punti. Lo S&P e il Nasdaq arretrano anh’essi di oltre -1%, scendendo rispettivamente a 3.451 e 11.620 punti.

La seconda ondata di contagi, soprattutto in Europa, fa temere l’arrivo di una seconda fase di lockdown. Iniziative in tal senso e misure restrittive sono state già adottate in alcuni paesi: in Francia, dove si sono registrati oltre 22.000 nuovi casi di Covid, il presidente Emmanuel Macron ha annunciato che a partire da sabato verrà imposto il coprifuoco (dalle 21.00 fino alle 6.00 del mattino) in nove città del paese, tra cui Parigi, per cercare di limitare la diffusione della pandemia.

Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza sanitaria, l’Italia ha visto schizzare i nuovi contagi giornalieri oltre le 7.000 unità (a fronte di tamponi record pari a 150mila) e il premier Conte ieri non ha escluso l’eventualità di un nuovo lockdown.

Anche la Germania ha assistito a nuovi contagi record (6.600) e la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che serviranno nuove misure restrittive.

Nuove limitazioni sono scattate anche nel Regno Unito. A partire dalla mezzanotte di venerdì, si apprende, il livello di allerta di Londra, al momento “medio”, sarà alzato a “elevato”, il che significa che sarà sconsigliato l’utilizzo dei trasporti pubblici. Non ci sarà tuttavia nessun lockdown per le fabbriche e altre attività di business.

In generale, come ha reso noto il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in Europa, Dr Hans Kluge, l’Europa ha assistito al balzo dei contagi, su base settimanale, più alto di sempre.

In appena 10 giorni, il numero di casi di infezioni confermate di coronavirus sono saliti da 6 milioni a più di 7 milioni, con valori record su base giornaliera testati il 9 e il 10 ottobre, quando il numero di nuovi contagi ha superato quota 120.000 per la prima volta in assoluto.

Occhio al monito lanciato dalla vice presidente della Commissione europea Margaritis Schinas, che ha detto che, “mentre l’evoluzione del virus torna ai livelli di marzo”, gli stati europei si trovano impreparati a gestire la seconda ondata.

Schinas ha incitato i governi a preparare in anticipo anche nuovi piano di distribuzione dei vaccini, laddove questi saranno finalmente disponibili. La conservazione dei vaccini è una questione vitale, visto che potrebbero essere richieste temperature estremamente basse per il loro stoccaggio.

L’avversione al rischio penalizza l’azionario, ma anche l’euro e la sterlina. In particolare, l’euro perde fin oltre -0,40% nei confronti del dollaro, a $1,1696. Il dollaro segna un lieve rialzo nei confronti dello yen, +0,05% a JPY 105,22.

Forte il ribasso della sterlina, che perde lo 0,81% nei confronti del dollaro, a $1,2907, in ribasso anche sull’euro: il rapporto EUR-GBP sale infatti dello 0,37% a GBP 0,9060.

Tra le valute principali, la peggiore è comunque il dollaro australiano dopo che Phillip Lowe, governatore della RBA, Reserve Bank of Australia, ha detto che un taglio dei tassi di interesse dal minimo record dello 0,25% allo 0,1% è possibile.

Il dollaro australiano capitola di oltre l’1,4% nei confronti del dollaro Usa, a $0,7059.

Molto male anche il petrolio, che accelera al ribasso. Si teme un calo nella crescita della domanda, in vista di nuovi restrizioni. Il contratto WTI capitola di oltre -3,6%, sotto quota $40 al barile, mentre il Brent fa -3,10%, sotto $42.

Il peggioramento del sentiment si motiva anche con le notizie poco confortanti che arrivano dagli Usa, in attesa del secondo dibattito presidenziale tra il presidente Donald Trump e lo sfidante democratico Joe Biden, che si terrà nella serata di oggi, in diretta tv: i due sfidanti parleranno da due località diverse. I timori sugli effetti del lockdown sull’economia globale sono stati rinfocolati dal rapporto sulle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione Usa, appena pubblicato. Nella settimana terminata lo scorso 10 ottobre, il numero dei lavoratori americani che hanno fatto richiesta per la prima volta per ricevere i sussidi è balzato a 898.000, al di sopra degli 830.000 attesi dal consensus, e al record dallo scorso 22 agosto.

Il numero delle persone che continuano a ricevere i sussidi di disoccupazione ha continuato però a scendere in modo sostenuto, in calo di 1,165 milioni di unità, a un valore appena al di sopra di quota 10 milioni.

Nota positiva è l’arrivo di qualche spiraglio nelle trattative tra l’amministrazione Trump e i democratici per varare un nuovo piano di stimoli economici anti-COVID. In particolare, il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin ha precisato che la Casa Bianca non punterà i piedi sulla questione delle risorse da destinare alla sanità per finanziare i test sul coronavirus.

Nota positiva arriva con Morgan Stanley.

Nel terzo trimestre dell’anno, gli utili netti del colosso bancario americano sono saliti a $2,72 miliardi, o $1,66 per azione, rispetto ai $2,17 miliardi, o $1,27 per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso.

Il risultato è stato migliore degli $1,28 per azione attesi dagli analisti intervistati da FactSet.

Il giro d’affari è salito del 16,2% a $11,66 miliardi, meglio dei $10,65 miliardi stimati, mentre il margine netto di interesse è balzato del 22% a $1,49 miliardi, al di sopra degli $1,20 miliardi attesi dagli analisti.

Tra i vari business, occhio alla divisione di investment banking, che ha visto il fatturato salire dell’11,2% a $1,71 miliardi, meglio degli $1,70 miliardi attesi; il fatturato della divisione di vendite e trading è aumentato del 20,2% a $4,15 miliardi, meglio dei $3,35 miliardi attesi, con il giro d’affari legato all’equity avanzato del 13,4% a $2,26 miliardi (meglio dei $2,19 miliardi attesi dal consensus), e quello legato al trading e alla vendita di asset del reddito fisso balzato del 34,5% a $1,92 miliardi, meglio degli $1,59 miliardi previsti.

“Abbiamo riportato utili trimestrali solidi, in un momento in cui i mercati sono rimasti attivi durante i mesi estivi e il nostro modello equilibrato di business ha continuato ad assicurare ritorni elevati e stabili”, ha commentato l’AD James Gorman.

Da segnalare che, dall’inizio dell’anno fino alla seduta di mercoledì, ha perso lo 0,9%, a fronte del -19,5% dell’SPDR Financial Select e il +8% dell’indice S&P 500. Il titolo Morgan Stanley riporta un lieve rialzo in premercato.

that the White House won’t let differences over funding targets for Covid-19 testing derail stimulus talks with top Democrats.

House Speaker Nancy Pelosi, the lead negotiator for Democrats, had identified testing as one of the main sticking points in talks.