Basta con dieta dividendi imposta ad azionisti, banche fanno pressing su Bce dopo forti perdite in Borsa
La dieta forzata a cui gli azionisti delle banche europee sono stati costretti a sottoporsi avrebbe i giorni contati. E’ quanto riporta l’articolo del Wall Street Journal European Banks Await Green Light for Cash Dividend Payments (ovvero, le banche europee attendono il semaforo verde per l’erogazione dei dividendi in cash), pubblicato nella giornata di oggi.
Citata la banca spagnola Banco Santander, che starebbe pianificando, in alternativa, anche la distribuzione di dividendi in azioni, quest’anno.
I ceo di alcune delle principali banche europee stanno sperando che le autorità di regolamentazione permettano presto a esse di ripristinare i pagamenti di dividendi cash, al fine di allentare la pressione sui loro titoli azionari. Lo stop alle cedole deciso dalla Bce ha avuto infatti forti ripercussioni sulle quotazioni dei titoli bancari, come dimostra il sottoindice di riferimento Stoxx Europe 600 Bank, affondato del 41% nel 2020, rispetto alla flessione dell’11% sofferta dall’indice azionario europeo Stoxx Europe 600 Index.
“Sarà cruciale per i nostri azionisti avere più visibilità riguardo alla distribuzione di capitale nel 2021 – ha detto lo scorso 1° ottobre Jean Pierre Mustier, amministratore delegato di UniCredit, in un discorso proferito alla Federazione Bancaria europea – Ciò di cui abbiamo bisogno è di far tornare (le nostre banche) a essere appetibili agli occhi degli investitori”.
Il pressing affinché i dividendi tornino a essere distribuiti arriva da più parti dal mondo dell’alta finanza. Jes Staley, amministratore delegato di Barclays, e Anna Botin, presidente di Santander, hanno riferito all’Istitute of International Finance, la scorsa settimana, che è importante ripristinare i pagamenti delle cedole.
E anche l’ex membro della Bce, il banchiere italiano Lorenzo Bini Smaghi, presidente di Société Générale, ha sottolineato come le restrizioni sui dividendi abbiano portato i titoli delle banche europee a crollare più delle controparti americane.
Gli analisti si interrogano su quella che sarà la reazione della Supervisione bancaria della Bce, guidata da Andrea Enria, che ha imposto la dieta agli azionisti delle banche. Una decisione resasi necessaria in tempi di coronavirus COVID-19, ha spiegato la banca centrale, per incentivare le banche a canalizzare la loro liquidità (invece che nell’erogazioni di dividendi, o nell’impiego per operazioni di buy back) a favore di famiglie e imprese, aiutando così l’economia reale a risollevarsi. Insomma, per evitare che con la crisi arrivasse anche il credit crunch.
Ma le reazioni non sono state delle migliori: c’è chi ha parlato di rischio di autogol recessivo della Bce.
Le banche francesi avevano iniziato inoltre a fare lobby, nella speranza che la Bce ripristinasse le cedole. I recenti rumor hanno lasciato ben sperare: si stima che lo stop al congelamento dei dividendi arriverà a inizio 2021, tanto che gli azionisti di Intesa SanPaolo si starebbero già pregustando la doppia razione di cedole.
Gli analisti sono sempre più convinti riguardo alla possibilità che la Bce decida di anticipare i tempi. “Secondo le nostre previsioni, la Bce annuncerà di ritirare lo stop ai dividendi nel quarto trimestre. Ciò stabilirà un percorso per le banche caratterizzato da accantonamenti prudenti e da cuscinetti sufficienti, al punto da consentire il ripristinoall’inizio del 2021”, così gli analisti di Jefferies, stando quanto riportato dal Wall Street Journal.
Dal canto loro prima di decidere se tornare a scommettere sul settore, ha spiegato il Wall Street Journal, gli investitori studieranno in modo molto approfondito i risultati di bilancio delle banche, relativi al terzo trimestre, per capire se gli istituti siano solidi al punto da poter tornare a distribuire i dividendi, non appena arriverà il via libera della Bce.
Parlando al summit dei ceo organizzato dal Wall Street Journal, lo scorso 6 ottobre, il numero uno di Santander Botin ha ammesso che le banche europee sono uscite dalla cerchia dei favoriti, per dirla senza troppi drammi, ma che il settore sta facendo meglio di quanto molti pensino. La dirigente della banca spagnola ha sfornato qualche numero, comunicando che il 70% delle rate sui mutui su cui Santander ha concesso esenzioni è scaduto ma che, tra i clienti interessati, soltanto l’1% non ha fatto i versamenti dovuti. Di quelle sospensioni delle rate che sono state estese a favore dei clienti europei, inoltre, l’84% è scaduto: ma di questo ammontare solo il 4% è entrato a far parte del club dei crediti rischiosi.