Ue: per ridurre la dipendenza dal gas russo la soluzione è focalizzarsi sulle rinnovabili
La guerra in Ucraina ha evidenziato l’urgente necessità dell’Europa di diversificare le sue fonti di gas, così come l’obiettivo di lungo termine di passare a fonti di energia pulita.
A fine marzo, l’UE ha firmato un accordo con gli USA sul gas naturale liquefatto (GNL) che stabilisce un framework per la fornitura, entro la fine dell’anno, di gas naturale all’UE pari a circa il 10% del gas che attualmente il Vecchio Continente riceve dalla Russia. Nel lungo termine, il piano è che gli Stati Uniti e i partner internazionali forniscano circa 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno all’UE – in aggiunta ai 22 miliardi di metri cubi attualmente forniti e dei 37 che dovrebbero essere garantiti entro la fine dall’anno da parte degli USA.
Ue indipendente dal gas russo: problemi e soluzioni
Anche prima dell’invasione russa dell’Ucraina, l’Europa aveva iniziato a ridurre gradualmente il gas russo e a importa più GNL. Due però i problemi come affermano Mark Lacey, Head of Global Resource Equities, e Alexander Monk e Felix Odey, Portfolio Managers, Global Resource Equities, Schroders.
Da una parte il problema è che gli Stati Uniti non possono fare molto in termini di fornitura e l’Europa è in competizione con altri paesi per l’importazione di GNL. Dall’altra il fatto che il GNL – come suggerisce il nome – è liquido e deve essere trasformato nuovamente in gas tramite un processo che viene chiamato “rigassificazione”, e per il quale l’Europa non ha la capacità di riserva necessaria. La buona notizia è che l’Europa sta pianificando di ampliare la sua capacità in materia; anche se il processo non è ancora partito.
Ricevere più GNL non è una soluzione semplice, dicono gli esperti e anche aumentare la fornitura attraverso i gasdotti esistenti sarà molto difficile senza un ulteriore sviluppo della produzione. Al momento i principali fornitori sono l’Algeria – con progetti di espansione per l’operatore Sonatrach – la Norvegia e il Regno Unito ma ogni sviluppo di nuovi impianti è stato molto limitato negli ultimi anni.
La soluzione secondo gli esperti è “focalizzarsi sulle rinnovabili è la soluzione più logica e sostenibile”. Tuttavia” ammettono “è un processo di lungo termine. A livello di costi, anche con i recenti aumenti dei prezzi delle materie prime, la generazione di energia rinnovabile attraverso eolico e solare risulta già molto più conveniente rispetto ai sistemi termoelettrici e a carbone”. “Il principale ostacolo oggi non è la volontà politica o gli investimenti, ma la logistica, a causa delle disruption legate al Covid-19. La speranza è che nel 2023 inizieremo a vedere un allentamento di tali limitazioni, ma anche in questo caso non esiste una soluzione semplice” concludono.