Congiuntura Confcommercio: crescono incognite su futuro
Il secondo trimestre del 2022 si è aperto all’insegna degli interrogativi sulla profondità e sulla durata che potrà assumere l’attuale fase di rallentamento dell’economia, atteso che nessuno dubita più sul fatto che il primo trimestre dell’anno in corso sarà archiviato con il segno negativo della variazione congiunturale del PIL. Così ConfCommercio nella sua Congiuntura secondo cui nel confronto con marzo 2021, l’ICC registra una variazione del +4,8%, frutto di una crescita del 44,8% per i servizi e di un calo del 3,9% per i beni. Rispetto allo stesso mese del 2019, però, la domanda, nel complesso, è ancora mediamente inferiore dell’11,8%, con i citati servizi legati al turismo che pagano una distanza percentuale rispetto ai livelli pre-crisi di oltre il 30%. I tempi per il completo recupero si dilatano: il traguardo deve essere posticipato a fine 2023.
In generale, il rallentamento dei consumi, nella metrica dell’ICC, si evince anche dai dati destagionalizzati che nel primo trimestre segnalano un calo nel confronto dell’ultima parte del 2021.