Eni: risultati penalizzati dal Covid, produzione giù del 10%. Previsto rimbalzo della domanda nel 2021
Il Covid pesa sui risultati di Eni che chiude il terzo trimestre in rosso. Più profondo del previsto. Nonostante il rimbalzo della performance rispetto ai mesi del lockdown, i conti del colosso petrolifero italiano risentono della pandemia da coronavirus che continua a soffocare la domanda di carburante, erodendo i margini di raffinazione. Con le prospettive ancora incerte sulla domanda e le preoccupazioni sui contagi, Eni scambia a Piazza Affari sui livelli più bassi dagli anni ’90. L’azione oggi è finita sotto la soglia dei 6 euro per la prima volta dal 1996.
Nel periodo luglio-settembre, Eni ha registrato un utile operativo adjusted di 537 milioni, in miglioramento rispetto alla perdita del secondo trimestre (+1 miliardo), ma in calo del 75% nel confronto anno su anno, a causa degli effetti della pandemia. Tuttavia, il risultato è migliore delle aspettative ferme a 132,1 milioni. A deludere è però il risultato netto, negativo per 503 milioni di euro, rispetto ai +523 milioni dell’anno prima (ma in deciso miglioramento rispetto ai tre mesi precedenti, quando la crisi del virus ha fatto precipitare i prezzi del greggio). Su base adjusted, il rosso è di 153 milioni, peggio del -123,8 milioni attesi dagli analisti. La produzione di petrolio e gas di Eni è stata in media di 1,7 milioni di barili al giorno nel trimestre, in calo del 10% (consensus 1,72 milioni di barili).
“In un contesto di mercato che rimane molto difficile, stiamo contenendo con successo gli impatti negativi di questa crisi e progredendo nella nostra strategia di decarbonizzazione”, ha commentato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni.
Guardando al futuro, l’outlook del quarto trimestre 2020 conferma i trend registrati nel trimestre appena concluso. E quindi anche gli ultimi tre mesi del 2020 rimarranno caratterizzati da una elevata volatilità dei prezzi delle commodity energetiche a causa delle incertezze e della irregolarità della ripresa. Alla luce di questo contesto, è prevista per il 2020 una ottimizzazione degli investimenti per 2,6 miliardi (per un taglio complessivo del 35% rispetto ai piani originari) e dei costi per 1,4 miliardi. Nel 2021 programmata una riduzione dei costi di 1,4 miliardi e degli investimenti di 2,4 miliardi.
Il gruppo non esclude “possibili rischi di downside”. Il mercato petrolifero, specifica Eni, continua a essere caratterizzato da deboli fondamentali a causa dell’eccesso di offerta, elevato livello delle scorte e scarsa dinamica della domanda penalizzata dalla complessa situazione della pandemia Covid-19 con forti ripercussioni sull’attività economica, il commercio e gli spostamenti delle persone. La società ha così posto il target produttivo 2020 all’interno del range 1,72-1,74 milioni di barili al giorno. Ma per il 2021, Eni si aspetta un rimbalzo della domanda energetica con un profilo di produzione atteso nel 2023 a circa 2 milioni di barili al giorno.