ENI e Intesa Sanpaolo in gran spolvero e Piazza Affari chiude in volata
Incipit di ottava e del mese di novembre con un corposo balzo in avanti di Piazza Affari, reduce dal tonfo del 7% circa di settimana scorsa. Il Ftse Mib ha chiuso la seduta con un +2,55% a quota 18.400,03 punti. Sponda al rally azionario, in attesa dell’evento clou di domani con le elezioni presidenziali Usa, sono i buoni dati giunta da Cina ed Eurozona sull’attività manifatturiera. In particolare, in Cina l’indice stilato da Caixin Markit si è attestato a ottobre a 53,6 punti, meglio dei 52,8 punti attesi e al record dal gennaio del 2011. Nella zona euro l’indice Pmi manifatturiero, stilato da IHS Markit, è salito a 54,8 punti a ottobre, sul livello più alto da luglio 2018.
Passano per il momento in secondo piano i timori per l’evoluzione della pandemia in Europa. Dopo Francia e Germania, anche nel Regno Unito Boris Johnson ha annunciato un lockdown nazionale e tra oggi e domani è atteso il nuovo DPCM del governo italiano con nuove restrizioni.
Sul parterre milanese spicca il poderoso rialzo di Saipem ed ENI – due dei peggiori titoli del Ftse Mib da inizio 2020 – salire rispettivamente del 7,6 e del 5,8%. I due titoli hanno dato così seguito al rimbalzo di venerdì scorso nonostante continui la discesa dei prezzi del petrolio, con il WTI tornato nuovamente sotto area 35$.
Tra gli altri titoli si segnala l’impennata anche per Buzzi (+5,2%). In spolvero pure Enel (+2,2%) che ha annunciato l’incremento del target di riduzione dell’80% delle emissioni dirette di gas a effetto serra per kWh entro il 2030, prendendo come anno di riferimento il 2017. Oggi Banca Akros ha alzato la raccomandazione su Enel da accumulate a buy con un target price di 9 euro. “Accogliamo con favore il nuovo obiettivo di ridurre le emissioni”, commentano gli esperti di Banca Akros che hanno recentemente “proposto per la prima volta in Italia una nuova metrica ibrida: l’Ebitda nella power generation rispetto al ratio di intensità di CO2”. In base alle nostre stime, segnalano ancora da Akros, Enel migliorerà ‘enormemente’ questo rapporto nei prossimi anni (a 31,6 volte nell’esercizio 2023 dalle 23,4 volte nel 2019).
In fermento oggi il settore bancario con balzo a doppia cifra per MPS (+8,3%) in scia ai nuovi rumor stampa. Tra le big si segnalano i rialzi consistenti di Intesa Sanpaolo (+4,4%) e Unicredit (+3,2%). A riportare gli acquisti sulle banche contribuiscono anche le indiscrezioni del fine settimana sulla possibile accelerazione per l’operazione MPS da parte del Tesoro che sarebbe in pressing su UniCredit perchè accetti le nozze con la banca senese. Il Tesoro avrebbe proposto una ricapitalizzazione da 2-2,5 mld di euro totalmente a carico dello Stato volta ad attenuare i rischi legali e far fronte ai costi di integrazione. Secondo Equita, le nozze farebbero salire ‘in modo rilevante’ il profilo di rischio di Unicredit in quanto l’operazione presenta più rischi che opportunità. Secondo la SIM milanese, i rischi legali di UniCredit rischierebbero di salire da 10,7 miliardi (coperti al 7%) a 21 miliardi (coperti al 12%).
Tra i pochi titoli in rosso spicca invece Nexi (-2,6%) nel giorno dell’annuncio delle trattative in esclusiva con Nets per raggiungere, nei prossimi 10 giorni, un possibile accordo vincolante tra le parti per un’operazione di fusione. L’eventuale integrazione darebbe vita al principale Player europeo nel panorama dei servizi di pagamento digitali.