UniCredit nel deserto del COVID. Analisti fiduciosi: verso ritorni capitale oltre 6 miliardi in due anni, 40% valore mercato attuale
“Il sentiero è stato tracciato e UniCredit sta andando avanti fiduciosa lungo un percorso difficile, razionando le proprie risorse e dosando le proprie energie”. Così gli analisti di Mediobanca Securities, commentando i risultati di bilancio del terzo trimestre diffusi ieri dalla banca guidata da Jean-Pierre Mustier. “Con i risultati del primo trimestre UniCredit ha preparato la strada per attraversare il deserto del COVID, per poi continuare ad andare avanti nel secondo trimestre”, si legge nella nota, che continua:
“La preparazione, la pianificazione e la buona forma rendono fiduciosi sulla possibilità che l’obiettivo venga raggiunto con successo, sebbene sia ancora poco chiaro il tempo che sarà necessario affinché ciò avvenga”.
Gli analisti, che hanno sul titolo un rating neutrale con target price a 10 euro, continuano: “Dall’altro lato del deserto, il premio è immenso: l’ingresso nel “Club of the fittest”, ovvero nel club delle banche migliori, che sono più in forma; ma, anche, “l’orgoglio, e una cassa piena di cash”.
Alcuni – si legge ancora nella nota – considerano questo traguardo come una leggenda, un miraggio, così come accade nel deserto. Ma per UniCredit questa è una Visione. Non ci sono deviazioni, non ci sono fughe, né piani B. Le elevate ambizioni e gli alti rischi pretendono un premio alto. Gli osservatori sono scettici, vedendo in UniCredit una ‘penny stock’, il che significa che, a loro avviso, o la banca non ce la farà o che non c’è alcun tesoro”; ma “noi siamo aperti alla possibilità che UniCredit alla fine riporti una grande vittoria”.
“Quello che non ci piace è il momento – precisano, tuttavia, gli analisti – Di conseguenza, per ora staremo a guardare, mentre UniCredit senza alcuna sosta continuerà ad avvicinarsi all’obiettivo, passo dopo passo”.
Mediobanca Securities fa notare che il cuscinetto per il costo del rischio (CoR) assorbe il 50% delle esposizioni non-performing NPE, il default di 1/4 delle moratorie o 3,5 volte il valore dei prestiti con garanzia statale. (..) Il ratio NPE core di Unicredit si attesta inoltre al momento a un livello inferiore del 3,5% rispetto alla media in Ue, e il processo di pulizia (del bilancio) è stato completato proprio poco prima dell’arrivo della prossima ondata di NPL (crediti deteriorati). UniCredit non rimane ferma e sta adottando una politica di accantonamenti molto prudente, al fine di anticipare gli eventi. (La banca) ha confermato una guidance sul costo del rischio di 100-120 punti base per l’anno fiscale 2020, rispetto agli accantonamenti specifici di 33 punti base per i primi nove mesi del 2020. Ciò implica un cuscinetto di 3,2 miliardi di euro sugli NPE futuri che, insieme a un Cor per il 2021 di 1,6 miliardi di euro al di sopra dell’attuale tasso di accantonamento specifico di 33 punti base, dovrebbe essere capace di sostenere un aumento del 50% di NPE, presupponendo che il coverage ratio del 2019 rimanga costante”.
“In alternativa, questo cuscinetto potrebbe coprire 1/4 delle moratorie (29 miliardi di euro) concesse nei primi nove mesi del 2020, nel caso in cui andassero a male o se ci fosse il default di 3,5 volte il valore attuale dei prestiti con garanzia statale”.
Ancora, gli analisti sottolineano che “il capitale in eccesso” di cui dispone UniCredit è “più grande” di quanto in diversi affermino.
“Anche considerando la presenza di diversi ostacoli – si legge nella nota – UniCredit detiene al momento un capitale in eccesso di 88-138 punti base (ovvero di 3-4,5 miliardi di euro), presupponendo anche l’assenza di accumulazione di capitale da qui in avanti. Dunque, prevediamo un CET1 al 14,3%, al 13,2% e al 12,4% rispettivamente nel 2020, 2021, 2022, con l’MDA buffer stimato in contrazione a 335 punti base nel 2022. Ciò implica un ritorno cumulativo di capitale nei prossimi due anni superiore ai 6 miliardi di euro, pari al 40% della capitalizzione attuale di mercato”.
Tra l’altro, fanno notare gli analisti di Mediobanca Securities, “gli azionisti avrebbero beneficiato del ritorno del capitale , con operazioni di buyback per un valore di 3 miliardi di euro, nel 2020, se non fosse stato per il COVID. UniCredit è pronta a distribuire i ritorni appena la Bce avrà dato il via”.
Il titolo al momento non beneficia della fiducia degli analisti, segnando un calo del 2,71%, in concomitanza con il peggioramento di Piazza Affari che, passate le 15 ora italiana, vede il Ftse Mib nervoso con un calo dello 0,09%.