Tesla, Musk incassa un’altra vittoria. Titolo stavolta ce la fa, entra ufficialmente nell’indice S&P 500
Tesla ce l’ha fatta. A partire da lunedì 21 dicembre il titolo entrerà a far parte finalmente del tanto ambito indice S&P 500. L’annuncio è arrivato ieri dalla stessa società S&P Dow Jones Indices, leader globale nella creazione di indici azionari benchmark, che aveva invece bocciato il colosso delle auto elettriche all’inizio di settembre, provocando non poco sconcerto sui mercati, oltre ad alimentare i sell sul titolo.
Una grande vittoria per il fondatore e il ceo Elon Musk, e una grande vittoria per chi ha continuato a scommettere sul titolo a mega capitalizzazione, tra i vincitori di questo anno 2020 segnato dalla pandemia del coronavirus COVID-19.
“Tesla sarà una delle aggiunte più importanti all’indice S&P 500 dell’ultimo decennio”, hanno commentato da S&P Dow Jones Indices. Con una capitalizzazione di mercato superiore ai 380 miliardi di dollari, Tesla fa parte già da tempo del club delle società con più valore quotate a Wall Street.
Immediata la reazione del titolo che, a seguito dell’annuncio, è volato nelle contrattazioni dell’afterhours della borsa Usa di oltre +13%. Il rally si spiega con le manovre dei gestori di quei fondi che replicano l’indice S&P 500 e che devono acquistare il titolo per aggiungerlo ai loro portafogli.
Era da tempo che, in termini di valore di mercato, Tesla aveva tutte le carte in regola per fare il suo ingresso in pompa magna nell’indice S&P 500. Il requisito minimo per entrare nell’Olimpo della borsa Usa è infatti di una capitalizzazione minima di $8,2 miliardi, che impallidisce rispetto a quella del gigante di Musk.
Ci sono però altri requisiti che devono essere centrati per avallare l’inclusione nel listino. L’ultima parola spetta ad una commissione ad hoc, la “Index Committe” dello S&P Dow Jones Indices che, nella sua valutazione, deve prendere in considerazione fattori quantitativi e qualitativi.
Nel motivare la bocciatura di inizio settembre, qualcuno aveva spiegato come, probabilmente, l’ingresso di Tesla nello S&P avrebbe potuto provocare qualche problema all’ indice ETF che replica lo S&P 500, ovvero l’SPDR S&P 500 ETF Trust.
La sua inclusione nel listino, ora, avrà delle ripercussioni nel mondo degli ETF: tutti quei fondi di investimento indicizzati allo S&P 500 dovranno per esempio vendere azioni di società che sono già presenti nello S&P 500, per un valore di $51 miliardi, per acquistare le azioni di Tesla, in modo che i loro portafogli riflettano in modo corretto l’indice azionario. E gli acquisti saranno ingenti, visto che Tesla inciderà sulla composizione del listino per l’1% circa, con la sua capitalizzazione superiore ai 380 miliardi di dollari.
In un comunicato stampa separato, la società S&P Dow Jones Indices ha chiesto agli investitori di comunicare il loro parere sull’opportunità che Tesla venga inclusa nell’indice una sola volta, il prossimo 21 dicembre, oppure in due tranches, con la prima tranche magari aggiunta una settimana prima.
Da segnalare che al momento gli asset legati allo S&P 500 hanno un valore superiore a $11,2 trilioni, e di questi $4,6 trilioni sono presenti, stando agli stessi dati dello S&P Dow Jones Indices, nei fondi indicizzati. Non si conosce ancora il nome della società quotata sullo S&P 500 che Tesla andrà a sostituire.
Riguardo ai fondamentali del gruppo c’è da dire che, con i risultati di bilancio del terzo trimestre, Tesla ha riportato il suo quinto trimestre consecutivo di utili su un fatturato pari a $8,77 miliardi.
L’utile è stato conseguito, dunque, anche nel secondo trimestre dell’anno, e nonostante la chiusura delle fabbriche in Usa imposta per far fronte alla prima ondata della pandemia che ha colpito gli Stati Uniti la scorsa primavera. Il titolo Tesla ha quintuplicato il suo valore quest’anno, balzando di quasi +400% Ytd e inanellando più di 30 chiusure record da inizio 2020, a fronte di un guadagno del 12% per lo S&P 500. Il rally poderoso ha portato la società ad avviare uno split azionario 5 a 1 alla fine di agosto.