Outlook 2021: per Ing, la digitalizzazione è la chiave per una ripresa (sostenuta) in Europa
“Che anno! Chi ancora ricorda l’inizio del 2020, quando l’economia globale stava discutendo della nipponizzazione della zona euro, delle guerre commerciali e di come rilanciare o estendere il ciclo economico molto maturo? A gennaio, il Covid-19 era solo un virus regionale e nessuno di noi pensava che potesse finire per diventare il motore di un anno così turbolento”. Inizia il Global Macro Outlook dal titolo “The darkness before the dawn” (l’oscurità prima dell’alba), pubblicato oggi da Ing con le previsioni di crescita delle economie mondiali (clicca qui per consultarle)
Guardando ai prossimi mesi, gli esperti della banca olandese individuano alcuni lati positivi, le cui notizie hanno tra l’altro sostenuto in questi giorni le performance delle Borse globali, come le scoperte della ricerca su un vaccino contro il Covid-19: prima quello di Pfizer e BioNTech, poi, una settimana dopo, quello Moderna. “Con un qualsiasi tipo di vaccino in fase di lancio nella prima metà del 2021, la speranza è che la maggior parte delle economie possa tornare a una nuova normalità – avvertono da Ing -. Se poi la nuova amministrazione statunitense adotterà davvero un approccio più cooperativo anche nei confronti del commercio globale, i rischi per le prospettive economiche potrebbero finalmente, e per la prima volta da mesi, essere inclinati al rialzo”. Da Ing però mettono in guardia, spiegando che “per molti paesi europei e probabilmente anche per gli Stati Uniti, le cose peggioreranno prima di migliorare. I mesi invernali saranno caratterizzati da lockdown più severi, che richiederanno tra l’altro anche un maggiore sostegno fiscale e monetario da parte dei governi e delle banche centrali“.
Eurozona nel 2021? Cambiamenti digitali, fiscali e monetari
Cambiamenti digitali, fiscali e monetari. Secondo gli economisti di Ing, il ‘double-dip’ è diventato quasi inevitabile per la zona euro. In questo contesto, i temi principali per il 2021 sono la digitalizzazione che è la chiave per una ripresa sostenuta e investimenti nel digitale potrebbe essere il punto di svolta nel 2021 per una maggiore convergenza nella eurozona. Un secondo punto riguarda le regole fiscali: con la necessità di investimenti pubblici più orientati alla crescita, un tema chiave è una discussione su una riforma delle regole fiscali per il blocco. C’è da attendersi infine che la Bce segua le orme della Fed e applichi il principio del simmetria al suo obiettivo di inflazione”.
Italia in cerca di un porto sicuro
E guardando all’Italia, per gli esperti di Ing resta alla ricerca di “posto sicuro”. In particolare, nell’analisi si sottolinea come l’economia tricolore sia ostaggio dei meccanismi dei lockdown e delle riaperture che si protrarranno ancora fino alla fine dell’anno. “L’economia italiana è rimbalzata del 16,1% nel terzo trimestre, battendo nettamente le aspettative – spiega Paolo Pizzoli, senior economist, Italy, Greece per Ing -. In linea di principio, questo avrebbe potuto essere un buon punto di partenza per il 2021, ma le dinamiche della pandemia Covid-19 stanno nuovamente cambiando lo scenario esterno”. Dall’inizio di ottobre il numero di nuove infezioni è tornato a crescere a un ritmo accelerato, esercitando una pressione crescente sui servizi sanitario e sollecitando una risposta dal governo italiano.
Le nuove misure, che si applicheranno fino al 3 dicembre, sono differenziate a livello regionale sulla base di una serie di parametri che monitorano sia l’epidemia sia la resilienza di ospedali. “Poiché tutte le attività industriali e quelle delle costruzioni non sono interessate, le misure attuali sono chiaramente meno severe di quelle imposte a livello nazionale durante la prima ondata in primavera, ma non è possibile escludere che vengano intensificate se la curva non si appiattisce”, segnala ancora Pizzoli rimarcando che “visto che i rischi sono orientati verso l’allungamento delle restrizioni fino a dicembre, un calo del Pil nel quarto trimestre 2020 sembra quasi inevitabile. Partendo dal presupposto che la maggior parte delle regioni alla fine passerà alla fine in modalità soft-lockdown, prevediamo provvisoriamente un calo del 3% su base trimestrale del Pil italiano nell’ultimo trimestre del 2020, con rischi orientati al ribasso.