UniCredit affonda con i sell dopo addio Mustier. Mps ma non solo, qualcuno teme che diventerà comunque preda francese
Che il titolo UniCredit non avrebbe reagito bene alla notizia delle dimissioni di Jean-Pierre Mustier lo si era capito già da ieri. I rumor erano stati più che sufficienti per fare del titolo di Piazza Gae Aulenti il peggiore del Ftse Mib. Qualche ora più tardi, i rumor diventavano realtà, con lo stesso Mustier e UniCredit che rendevano nota la decisione dell’amministratore delegato di ritirarsi alla scadenza del suo mandato, ovvero ad aprile del 2021.
Mustier spiegava nel comunicato come, negli ultimi “mesi”, fosse emerso che la “strategia del Piano Team 23 e i suoi pilastri fondanti” non fossero “più in linea con l’attuale visione del Consiglio di Amministrazione”, rendendo nota così la sua scelta di andare via.
Inevitabile la reazione del titolo a Piazza Affari: dopo aver perso ieri quasi il 5%, oggi UniCredit è arrivata ad affondare fino al -7%, dopo che il titolo, all’inizio della sessione, non è riuscito a fare prezzo. Alle 12 circa ora italiana, le quotazioni rimangono travolte dai sell e capitolano fin oltre -7%, a 8,019 euro, in preda a una accelerazione ribassista.
Brinda invece all’uscita di scena di Mustier (non prossima, bisognerà attendere l’aprile del prossimo anno) il titolo Mps che, con un balzo fin oltre +5%, pregusta il matrimonio tra la banca senese e UniCredit.
Di fatto, Mustier ha pagato il suo no alle operazioni di M&A per UniCredit, in particolare all’operazione nozze Mps-UniCredit orchestrata dal Tesoro da tanto tempo. Sono mesi, infatti, che si parla dell’intenzione del Mef, azionista di maggioranza di Mps con una quota del 68%, di trovare un potenziale acquirente a cui mollare il Monte di Stato. L’ipotesi più caldeggiata da tempo è stata proprio quella di affidare la banca senese a UniCredit in versione cavaliere bianco.
Mustier si è però sempre opposto a qualsiasi deal che non avesse un impatto neutrale sui costi della banca da lui gestita e che non si traducesse nella creazione di valore per gli azionisti della banca. Il suo no ripetuto alla fine avrebbe provocato lo scontro frontale con il Tesoro.
ANALISTI MEDIOBANCA SU UNICREDIT: ABBANDONATE LA NAVE
Il mercato, tuttavia, non sembra apprezzare affatto l’ipotesi di un deal M&A tra le due banche: o, per la precisione, l’interpretazione degli operatori di mercato è positiva per Mps, ma negativa per UniCredit.
A confermarlo è una nota degli analisti di Mediobanca, che hanno reagito alla notizia dell’adieu di Mustier tagliando il rating su UniCredit da “neutral” ad “underperform” e parlando di “paradosso” della banca che, da predatrice, ora rischia di diventare preda di banche straniere.
Un’ipotesi che non dispiacerebbe sicuramente alle autorità europee, che promuovono da tempo operazioni di M&A tra le banche, anche cross border.
Già in passato gli analiati di Mediobanca Securities avevano commentato alcuni rumor su UniCredit ipotizzando un matrimonio tra UniCredit e la francese BNP Paribas.
E’ vero tuttavia che, in quell’occasione, lo scenario era stato stilato in considerazione del desiderio di Mustier di dare il via a un processo di spin off, con cui gli asset esteri di UniCredit sarebbero stati convogliati in una subholding tedesca da quotare poi alla borsa di Francoforte.
Senza Mustier, il piano della subholding viene a cadere. Ma se la banca di Piazza Gae Aulenti continuerà a essere affossata dai sell degli investitori, e se questi sell si intensificheranno in quanto gli investitori avranno meno fiducia di una UniCredit orfana di Mustier e sottoposta ai voleri dello Stato, allora la banca potrebbe diventare preda di banche straniere anche senza quella intermediazione sospettata e temuta di Mustier, da parte di molti italiani contrari al ceo, solo perché francese.