Petrolio in ribasso dopo boom +27% a novembre su speranza vaccini. Opec+ rimanda decisione offerta
Prezzi del petrolio in ribasso, con gli investitori che scontano la decisione dell’Opec+ di rimandare la decisione sull’offerta di crude del 2021. I negoziati, riporta Reuters, riprenderanno dopodomani, giovedì 3 dicembre.
I Big del petrolio non sono riusciti a trovare un accordo sull’offerta dell’anno prossimo: da un lato, la debolezza della domanda rimane un problema, dall’altro lato, il lancio dei vaccini anti-Covid potrebbe tradursi in uno scatto della domanda stessa.
L’Opec +, alleanza tra paesi facenti parte del cartello Opec, e paesi non Opec come la Russia, avrebbe dovuto, secondo i piani originari, ridurre il taglio attuale dell’offerta, liberando 2 milioni di barili al giorno sui mercati, a partire dal mese di gennaio.
Tuttavia, la debolezza della domanda ha portato alcuni paesi a proporre l’opzione di estendere i tagli attuali ai primi mesi dell’anno. Questa posizione è appoggiata soprattutto dall’Arabia Saudita.
Sui prezzi del 2021, gli analisti rimangono cauti: da un sondaggio di 40 economisti e analisti stilato da Reuters, emerge che l’outlook sul Brent è, in media, di $49,35 al barile.
Passate le 13.30 ora italiane, il contratto WTI sul petrolio scende dello 0,37% a $45,17, mentre il Brent fa -0,25% a $47,76. Da segnalare che le speranze su un vaccino anti-Covid hanno fatto balzare i prezzi del petrolio del 27% circa nel mese di novembre.
Lo scorso aprile, dopo giorni di negoziati, l’Opec + ha raggiunto un accordo per lanciare il taglio all’offerta di oil più grande della storia, pari a -9,7 milioni di barili al giorno, a partire dal 1° maggio. Il taglio è stato poi ridotto ad agosto a 7,7 milioni di barili al giorno.