UniCredit, effetto Mustier: in 2 sedute bruciati 2,5 miliardi capitalizzazione. Bonomi: ‘mercato non gradisce interferenze politiche’
Il tonfo della sessione di ieri del titolo UniCredit, pari a -8% e provocato dalla decisione dell’AD Jean-Pierre Mustier di lasciare l’incarico alla scadenza del mandato, dunque nell’aprile del 2021, ha bruciato 1,5 miliardi di capitalizzazione di mercato della banca, dopo che il sell off della seduta precedente, di quasi il -5%, aveva azzerato un miliardo di valore di mercato.
In due sessioni, le forti vendite che si sono abbattute sul titolo, hanno bruciato dunque 2,5 miliardi di capitalizzazione. UniCredit ha chiuso la sessione di ieri con un tonfo pari a -8,02%, bucando la soglia degli 8 euro, a 7,95 euro.
“Io credo che la risposta l’abbia data negli ultimi due giorni il mercato: purtroppo il titolo ha perso 2,5 miliardi di patrimonializzazione in due giorni. E’ una operazione che non piace al mercato perché il mercato la vede come una politica di arretramento della politica di espansione sui mercati europei, ma soprattutto non piace vedere operazioni non di mercato ma che hanno una direzione politica”. Cosi’ il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi a Zapping, stando a quanto riporta l’agenzia di stampa Il Sole 24 Ore Radiocor, interpellato sull’addio del ceo francese di UniCredit, Jean Pierre Mustier e su possibili legami alla richiesta della politica di intervenire su Mps. “Il mercato ha dato un indirizzo ben chiaro e ha fatto capire che quando ci sono presunte interferenze di natura politica, queste non piacciono”.
Riguardo alla possibilità che la nomina alla carica di presidente di UniCredit dell’ex ministro dell’economia Pier Carlo Padoan sia stata funzionale proprio per avvicinare la banca di Piazza Gae Aulenti a Mps, Bonomi si è così espresso:
“Io credo che al mercato non piaccia non sapere e non avere chiarezza e trasparenza. Qualora ci fosse un’operazione Unicredit-Mps il mercato vorrebbe capire quale sarebbe il business plan, cosa succederebbe ai debiti in carico a Mps, visto che c’è stato un ulteriore intervento statale. Quando le cose non sono chiare e trasparenti il mercato non gradisce”.