Bper gela Banco BPM su nozze imminenti, Vandelli parla di nuovo piano ‘stand alone’. Titoli -4% mentre si valutano opzioni M&A per UniCredit
Per Bper, la priorità ora è concentrarsi sull’integrazione delle filiali di Intesa SanPaolo e Ubi Banca. Parola di Alessandro Vandelli, numero uno della banca, che affossa così le speranze su una operazione almeno imminente di M&A, rilanciate qualche ora prima da Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco BPM. Bper-Banco BPM: un matrimonio che non si fa più nonostante l’assist chiaro dell’AD di Unipol (primo azionista di Bper con una quota del 19%) Carlo Cimbri e del fondo Algebris di Davide Serra, presente nel capitale di entrambe le banche?
Così Vandelli ha risposto durante un evento streaming, commentando l’ipotesi di una operazione di M&A con la banca di Piazza Meda:
L’integrazione delle filiali Ubi e Intesa è “la nostra operazione di crescita che richiederà 3-6 mesi per essere completata” e, fino a quando non sarà conclusa “appare difficile e complesso, per non dire impossibile, valutarne altre”.
Il manager ha precisato inoltre che la fine del 2021 potrebbe essere la presentazione di un nuovo piano industriale “stand alone” che si focalizzerà nello sviluppo in aree “strategiche” come la Lombardia.
Nulla da ridire sul rapporto con il primo azionista Unipol: avere la compagnia assicurativa guidata da Cimbri come azionista “è un punto di forza, così come avere la Fondazione Sardegna”. Gli azionisti, infatti, ha ricordato Vandelli, “danno al management stimoli importanti per la crescita”, mentre la presenza di investitori internazionali stabili “è la testimonianza più concreta della fiducia nel nostro gruppo”. Ancora su Banco BPM, il manager ha definito l’ipotetica aggregazione “piu’ uno stimolo che un’indicazione puntuale”.
Bper è arrivata a cedere fino a -4%, così come Banco BPM, maglia nera della sessione odierna. Vendite anche su Unipol, che ha ceduto fino a -4%.
Nel commentare l’idea di una aggregazione tra le due realtà, Serra aveva riferito al Sole 24 Ore nell’intervista pubblicata ieri, che la fusione “sarebbe un’ottima operazione, perché è come se si unissero quattro ex popolari in una, ovvero Bpm, Banco Popolare, Bper e un pezzo di Ubi, che è a sua volta originata da altre popolari”.
Qualche ora prima delle dichiarazioni di Vandelli, aveva parlato con fiducia nel risiko del credito lo stesso numero uno di Banco BPM, Giuseppe Castagna.
Iintervenendo a un evento online organizzato da Rcs Academy, Castagna si è complimentato con il ceo di Nexi, Paolo Bertoluzzo: “Lo dico con un po’ di invidia perchè io ci ho messo 4 anni a fare la mia fusione” ha detto l’AD, ripetendo che a Banco BPM “siamo molto disponibili, come si sa, a farne un’altra”.
L’ostacolo? I tempi.
“I tempi sono meno rapidi, meno veloci, meno chiari di quanto non abbia fatto Nexi. Probabilmente c’è un problema di sovrastruttura regolatoria che rende le cose più difficili nel nostro settore”.
Poco dopo, più che dalle autorità di regolamentazione, la doccia fredda è arrivata direttamente da Bper, attraverso le parole di Vandelli.
Così ha intanto commentato la nuova fase di consolidamento del settore bancario Massimiliano Schena, direttore investimenti di Symphonia sgr:
“Il settore bancario deve fronteggiare delle problematiche sia cicliche che strutturali e l’M&A è probabilmente una delle poche soluzioni per creare valore”.
Schena ha affrontato anche il caso UniCredit, che ha bruciato in Borsa in due sedute 2,5 miliardi di euro di capitalizzazione, scontando la decisione del ceo Jean-Pierre Mustier di lasciare il timone della banca.
Due le possibilità illustrate per la banca di Piazza Gae Aulenti: un’offerta su Banco Bpm simile a quella fatta da Intesa su Ubi oppure una più probabile acquisizione di MPS, togliendola dal controllo statale“.
Se invece Banco Bpm “non finisce nell’orbita Unicredit – ha sottolineato Schena – è probabile che guardi ad una aggregazione con Bper“. Ipotesi che però ora con le parole di Vandelli, appare più lontana.