Messina (Intesa SanPaolo): Pil Italia cresca +2% o debito difficilmente gestibile e rischio manovre su patrimonio italiani
Se il Pil dell’Italia “non crescerà almeno del 2% ci troveremo con un debito difficilmente gestibile rispetto ad altri paesi”. Così il numero uno di Intesa Sanpolo, Carlo Messina, intervenendo a un webinar lanciato dal quotidiano “Il Messaggero”.
Messina ha lanciato un avvertimento: nel caso in cui il Pil italiano non riuscisse a crescere almeno al tasso del 2%, potrebbero a suo avviso essere necessarie
“manovre strategiche sul debito o sul patrimonio degli italiani”, che “non sono auspicabili”.
Di conseguenza, Messina ritiene che “l’anno prossimo dovremo fare una riflessione sulla sostenibilità del debito, perchè penso ci sarà una difficile sostenibilità del debito futuro a livello mondiale, se non accompagnato dalla crescita”.
Ancora, ha detto il numero uno di Intesa SanPaolo, è necessario dare il via a “una accelerazione del Pil superiore al 2% gestendo l’avanzo primario, per avere risorse da investire sulla sanità e sui giovani”.
Sul Recovery Fund, il manager ha consigliato al governo Conte di puntare sulle infrastrutture:
“Abbiamo un grosso petenziale, basti pensare all’alta velocità che copre solo una parte del paese. Oltre a green e digitale è molto importante concentrarsi sulle infrastrutture, una priorità che può dare occupazione e crescita nel bereve perido”.
D’altronde, “partendo dal confronto con altri Paesi ci manca l’attivazione di investimenti per le infrastrutture. Rispetto al 2008 siamo ancora ad investimenti su infrastrutture all’84% di quel periodo mentre la Germania li ha superati del 20%. Oltre a green e digitale che sono la crescita del futuro, e’ importante concentrarci sulle infrastrutture. E’ l’unico acceleratore del Pil”.
Messina ha aggiunti che non bisogna dimenticare tuttavia gli investimenti sulla formazione “perchè lo dobbiamo ai giovani e perchè è capitale umano, talenti utilizzabili all’interno delle aziende che sono motore di crescita”.
Da segnalare che, a seguito delle polemiche esplose sulla necessità o meno in Italia di una patrimoniale, la Commissione di bilancio ha bocciato per ora e per mancanza di copertura l’emendamento sulla patrimoniale per le ricchezze sopra i 500 mila euro che era stato presentato da Leu e una parte del Pd nei giorni scorsi.