Effetto Bce, tassi BTP 5 anni sotto zero: prima volta nella storia. Negativi anche rendimenti Portogallo
Nelle ultime ore, sul mercato dei titoli di stato dell’area euro, è successo qualcosa che, fino a qualche anno fa, nessuno avrebbe potuto immaginare: alla vigilia della riunione del Consiglio direttivo della Bce, che si terrà oggi, giovedì 10 dicembre, i tassi sui BTP a cinque anni sono scesi sotto lo zero, diventando negativi. I rendimenti hanno chiuso al -0,003%. Non era mai successo nulla del genere nella storia del debito pubblico italiano.
I tassi sui BTP decennali sono capitolati inoltre al nuovo minimo storico, pari allo 0,58%. I rendimenti – da Bund più che da BTP, si potrebbe dire – hanno portato lo spread BTP-Bund a scivolare al valore più basso dalla crisi dei debiti sovrani esplosa dieci anni fa. Crisi dei debiti sovrani il cui ricordo si fa sempre più appannato, grazie ai vari bazooka e alle misure straordinarie di politica monetaria che sono state lanciate prima da Mario Draghi e, successivamente, da Christine Lagarde.
Altro che “non siamo qui per chiudere gli spread”: frase che segnò l’esordio ufficiale di Lagarde nelle vesti di presidente della Bce. Un esordio catastrofico, che per qualche ora fece tremare il mondo, oltre a scatenare un’ondata di critiche da parte di economisti e politici, con tanto di richiamo da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Frase giudicata a dir poco inopportuna, anche in quanto proferita negli stessi giorni in cui l’esplosione della pandemia del coronavirus, lo scorso marzo, iniziava a rivelare tutta la sua gravità.
Da quell’esordio disastroso, Lagarde ha più che riabilitato la propria immagine, tanto che nessuno ora può osare criticare la Bce per il salvagente lanciato all’economia europea nel momento più difficile dalla Seconda Guerra Mondiale. Gli interventi della banca centrale hanno fatto scivolare in territorio negativo anche i tassi dei bond portoghesi, alla fine di novembre, per la prima volta in assoluto.
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Anche l’economia del Portogallo è stata colpita duramente dalla crisi pandemica, tanto che Fitch prevede una caduta del Pil, nel 2020, pari a -8,8%, e un debito-Pil in rialzo al 136% entro la fine dell’anno, inferiore solo alla Grecia e all’Italia nell’area euro.
Eppure i bond lusitani vanno a ruba, così come quelli italiani. Interpellato dall’FT Ludovic Colin, gestore di fondi presso Vontobel Asset Management, che detiene titoli di stato portoghesi, ha spiegato che “il mercato ritiene che questo debito sparirà nelle casse della Bce per un periodo di tempo ancora lungo”.
Interpellata anche lei dal quotidiano britannico Sandra Holdsworth, responsabile della divisione di tassi globali presso Aegon Asset Management, ha inoltre chiesto:”Perchè non investire in bond portoghesi o italiani, sapendo che si ha il sostegno della banca centrale?”.
D’altronde, anche se qualche giorno fa è stata la stessa Isabel Schnabel – esponente del Consiglio direttivo della Bce – a precisare a Bloomberg che la Bce non ha mai discusso dell’opzione “del controllo della curva dei rendimenti”, i mercati agiscono come se una tale politica fosse stata già adottata, in modo più o meno implicito.
Nel club dei tassi negativi si appresta a entrare anche la Spagna, con i tassi sui suoi bond decennali che viaggiano allo 0,02%.
Fenomenale anche il tonfo dei rendimenti decennali greci, che sono scesi in otto anni dal 35% allo 0,61%.
In totale, l’ammontare totale di bond che presentano tassi negativi è balzato nelle ultime ore al nuovo record, vicino a quota $18 trilioni.
E Schnabel può dire quel che vuole ma, secondo Isabelle Vic-Philippe, responsabile della divisione di bond governativi dell’Eurozona prezzo Amundi, colosso del risparmio gestito numero uno in Europa, la “Bce sta facendo qualcosa di simile al controllo della curva dei rendimenti e al controllo degli spread. Non lo può dire, ma è quello che sta facendo”.