Bce sbloccherà a o no lockdown sui dividendi banche? L’attenti di Bini Smaghi e il rischio tetto massimo su cedole
“No al blocco dei dividendi per le banche”. Così Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del Consiglio direttivo della Bce, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, commenta la raccomandazione con cui, lo scorso marzo, la banca centrale europea ha praticamente imposto al settore finanziario dell’Eurozona lo stop all’erogazione dei dividendi (e, anche, alle operazioni di buyback).
Motivo del congelamento delle cedole: mettere i capitali degli istituti di credito al servizio dell’economia reale attraverso la concessione di prestiti a famiglie e imprese, a corto di liquidità a causa degli effetti sull’economia provocati dal coronavirus e dalle successive misure di contenimento e di lockdown.
Così è stato, e il divieto è stato prorogato fino alla fine dell’anno 2020 lo scorso luglio. La domanda ora è: la Bce permetterà agli istituti di scongelare le cedole a partire dall’anno prossimo?
Una decisione al riguardo verrà presa e annunciata nei prossimi giorni.
Bini Smaghi, presidente di Société Générale, mette in guardia da una ulteriore possibile estensione dello stop alle cedole, tra l’altro non esclusa, visti i rumor che stanno circolando in queste ore sul mercato.
Tra l’altro Ed Sibley, vice governatore della Banca centrale di Irlanda ed esponente del consiglio di vigilanza della Bce sulle banche, ha detto in un’intervista rilasciata a Bloomberg che, a suo avviso, la continua incertezza provocata dalla pandemia del coronavirus, unita al bisogno di preservare capitale per i prestiti e alla necessità di tutelare anche la reputazione delle banche, indica come ci siano tutti gli elementi per avallare l’estensione dello stop ai dividendi (e alle operazioni di buyback).
Secondo Sibley, sarebbe così il caso di prorogare l’alt di altri sei mesi. E anche Helmut Ettl, altro esponente del Consiglio di supervisione della Bce, ha lanciato un appello alle banche affinché rimangano “molto, molto caute” nella distribuzione dei dividendi, in attesa di capire quale sarà il risultato della conta totale dei danni provocata dal disastro pandemico.
Dal canto suo così si esprime Bini Smaghi, nell’intervista alla Stampa. Alla domanda del giornalista Alessandro Barbera se si debba “temere per la tenuta del sistema bancario”, l’economista risponde che “fino ad ora ha tenuto” e che “non ci sono motivi per cui non debba tenere anche nel medio periodo”.
La “preoccupazione semmai è che attraverso norme amministrative si crei uno stigma nei confronti del settore“. Il riferimento è, per l’appunto, al rischio che l’erogazione delle cedole agli azionisti delle banche venga prorogata: “Confermare quella decisione potrebbe scoraggiare gli investimenti. Negli Stati Uniti, in Svizzera e in altri Paesi questo divieto non c’è“.
Intanto gli analisti di Credit Suisse scrivono in una nota che, secondo loro, la Bce, in particolare l’SSM (Meccanismo unico di Supervisione della Bce, praticamente la Vigilanza bancaria della Bce) , toglierà il divieto sui dividendi per il 2021, facendo notare tuttavia la presenza del rischio che ci sia comunque “un ritardo nel pagamento (delle cedole) fino a dopo il mese di luglio, quando ci saranno gli stress test sulle banche”.
Un altro rischio è che venga imposto un “tetto massimo ai payout”. Quest’ultimo caso, secondo gli analisti del colosso bancario svizzero, sarebbe “negativo in modo più significativo, in quanto convincerebbe gli investitori del fatto che in Europa esiste un approccio alle crisi ‘unico che vale per tutti’, al fine di proteggere i casi più deboli”.
E ciò significherebbe che “non varrebbe la pena pagare un premio per le banche ben capitalizzate, visto che il loro potenziale in termini di erogazione dei dividendi sarebbe uguale a quello delle banche più deboli”.