Recovery Fund, Visco (Bankitalia): ‘Italia recuperi ritardi in ricerca, digitalizzazione e transizione energetica’
Il Recovery plan italiano deve puntare a recuperare i ritardi del paese nella ricerca, nella digitalizzazione e nella transizione energetica. E’ l’appello lanciato dal numero uno di Bankitalia, Ignazio Visco, in una lectio magistralis per l’inaugurazione dell’anno accademico del Gran Sasso Science Institute.
Visco ha sottolineato che “uno straordinario sostegno per colmare i ritardi nella ricerca, nella digitalizzazione e nella trasformazione in una economia a basse emissioni inquinanti, può provenire dalle risorse del programma Next Generation Eu”, per l’appunto dalle risorse del Recovery Fund.
“Il piano, che entra ora nella fase cruciale della definizione e dell’attuazione degli interventi, deve favorire un rafforzamento del tessuto produttivo e della capacità di azione delle nostre amministrazioni pubbliche. Può svolgere un ruolo cruciale nel cambiare il contesto in cui operano le imprese, mettendole in grado di rispondere in modo efficace non solo alle sfide del progresso tecnologico e della globalizzazione, ma anche a quelle che saranno poste dall’eredità della crisi pandemica, a partire dai possibili mutamenti delle abitudini di consumo, delle modalità di interazione sociale, dell’organizzazione dell’attività produttiva”.
Ancora: “il rafforzamento dell’istruzione deve avere un ruolo centrale. L’esiguità dell’investimento in conoscenza e un insufficiente riconoscimento della sua fondamentale importanza da parte della società è una delle principali ragioni del nostro progressivo declino. La conoscenza va intesa in senso ampio, rimuovendo steccati tra i saperi che limitano la crescita culturale”.
Nel suo discorso, il numero uno di Bankitalia ha avvertito che il Pil italiano tornerà ai livelli precedenti l’esplosione della pandemia non prima del secondo semestre del 2023 e che “ancora più tempo sarà necessario per riuscire a tornare ai valori del 2007, precedenti la doppia recessione causata dalla crisi finanziaria globale e da quella dei debiti sovrani dell’area euro. Si tratterà quindi di un sostanziale ristagno dell’attività economica nel complesso di circa un ventennio, peraltro dopo un lungo periodo di crescita in media già debole”.
Riferendosi alle imprese italiane, Visco ha fatto notare, inoltre, che “se le imprese italiane avessero la stessa struttura dimensionale di quelle tedesche, la produttività media del lavoro nell’industria e nei servizi di mercato sarebbe superiore di oltre il 20%, superando anche il livello della Germania”.
Le differenze “nella composizione settoriale del valore aggiunto nei due paesi svolgono un ruolo meno importante, anche se non del tutto trascurabile, nello spiegare la bassa produttività: se l’Italia avesse la medesima composizione industriale della Germania, la sua produttività del lavoro sarebbe maggiore, a parità di altre condizioni, del 3%”.