Wall Street in solida ripresa, ma Nasdaq -12% ad aprile. Boeing precipita -10% post trimestrale
Wall Street in solida ripresa dopo il martedì nero, che ha visto l’indice tecnologico Nasdaq Composite scivolare ulteriormente in mercato orso, perdendo ben il 3,95% e testando il valore più basso delle ultime 52 settimane. Il listino viaggia ora a un valore inferiore del 22% rispetto all’ultimo record testato.
Alle 16 ora italiana il Dow Jones avanza di 280 punti (+0,84%), a 35.519 punti circa; lo S&P 500 sale dell’1,10% a 4.221, mentre il Nasdaq rimbalza dell’1,32% a quota 12.655.
Occhio ai tassi sui Treasuries, che fanno dietrofront, scendendo al 2,765%, lontano dal record in tre anni del 2,94% testato la scorsa settimana.
Molto male sul Dow Jones Boeing, che crolla del 10% dopo la diffusione della trimestrale, che ha deluso le stime degli analisti sia sul fronte degli utili che del fatturato.
Il colosso aerospaziale americano ha annunciato anche che metterà in pausa la produzione del suo aereo 777X, che non ha ricevuto ancora la certificazione delle autorità Usa, fino al 2023, nell’ambito di un piano che genererà, secondo la stessa società, costi anormali di $1,5 miliardi a partire dal secondo trimestre.
Boeing ha detto anche che non inizierà a consegnare gli aerei prima del 2025. Per il gigante dei cieli, il primo trimestre dell’anno si è chiuso con una perdita per azione di $2,75, rispetto alla perdita per azione di 27 centesimi attesa. Deludente anche il fatturato, a $13,99 miliardi, rispetto ai $16,02 miliardi previsti dal consensus.
Il Dow Jones Industrial Average è capitolato ieri di 809,28 punti, o del 2,4%, mentre lo S&P 500 è scivolato del 2,8%. Dall’inizio del mese di aprile, lo S&P 500 ha perso il 7,8%, il Nasdaq è arretrato di ben -12,2% e il Dow Jones ha ceduto il 4,2%.
Il violento sell off di ieri è stato provocato dall’ansia scatenata sui mercati dalla Cina, alle prese con una fuga record degli investitori stranieri dai suoi mercati, sia per l’amicizia che la lega alla Russia di Vladimir Putin che per i timori per gli effetti che i lockdown che il governo di Pechino sta lanciando in varie città del paese produrranno sull’economia.
C’è da dire che oggi la borsa di Hong Kong è rimbalzata di oltre il 2%, beneficiando della notizia relativa al balzo dei profitti industriali in Cina che, nel periodo compreso tra gennaio e marzo, è stato pari a +8,5% su base annua. Male invece oggi l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo, che ha chiuso in calo dell’1,17% a 26.386,63 punti.
Protagonista in Usa rimane la stagione degli utili della Corporate America, che si sta mettendo in evidenza con risultati contrastati.
Giù il titolo Alphabet, la holding a cui fa capo Google, che ha annunciato ieri, dopo la fine delle contrattazioni a Wall Street, di aver riportato nel primo trimestre del 2022 utili e un fatturato inferiori alle attese: deludenti in particolare le entrate pubblicitarie della divisione YouTube, che hanno scontato l’effetto della competizione agguerrita di TikTok.
L’utile per azione di Alphabet si è attestato a $24,62, rispetto ai $25,91 attesi dal consensus di Refinitiv. Il fatturato è stato pari a $68,01 miliardi, meno dei $68,11 miliardi attesi, con le entrate pubblicitarie della divisione YouTube salite su base annua di appena il 14%, a $6,87 miliardi, rispetto ai $7,51 miliardi previsti dal consensus intervistato da StreetAccount.
Ha convinto invece il bilancio di Microsoft, soprattutto per l’ottimismo manifestato dal gigante software, anche riguardo alla crescita del trimestre in corso: l’utile per azione di MSFT si è attestato nei primi tre mesi del 2022 a $2,22 su base adjusted, meglio dei $2,19 stimati dal consensus, mentre il giro d’affari è stato pari a $49,36 miliardi, meglio dei $49,05 miliardi previsti dagli analisti. Il fatturato di Microsoft ha rallentato in realtà il ritmo di crescita, salendo del 18% su base annua, rispetto al +20% del primo trimestre, battendo le attese tra l’altro con il gap più contenuto dal 2018.
Tuttavia, il mercato guarda all’outlook diramato dal gigante per il quarto trimestre fiscale (dunque secondo trimestre dell’anno, quello attuale): il fatturato è atteso tra i $52,4 miliardi e i $53,2 miliardi, con i fatturati dei tre principali segmenti di business attesi a livelli superiori a quelli stimati dagli analisti intervistati da StreetAccount.
Il ceo Satya Nadella ha riferito inoltre di credere che la spesa per l’hi-tech rimarrà forte anche se la crescita economica si indebolirà, sottolineando che “in un contesto inflazionistico, l’unica cosa deflazionistica è il software”.
Il titolo Microsoft balza di quasi +6%, a fronte del calo di Alphabet, di circa il 2,9%.
Protagonista negativa della vigilia, a Wall Street, è stato comunque sicuramente il tonfo di Tesla: il titolo è crollato del 12% circa ieri, portando la capitalizzazione del colosso produttore di auto elettriche fondato e gestito da Elon Musk a perdere 126 miliardi di dollari in una sola sessione. A pesare, il timore che Musk possa decidere di vendere titoli Tesla per finanziare l’acquisizione di Twitter da $44 miliardi. Tesla recupera terreno, mettendo a segno un rialzo del 3% circa. Cede invece il 2% Twitter.
Giù anche Meta (ex Facebook), titolo -2,4% in attesa della trimestrale che sarà diffusa dopo la fine della seduta odierna. Domani, dopo la fine della giornata di contrattazioni, toccherà invece alle altre Big Tech Apple e Amazon.
Focus anche sul titolo Robinhood ha annunciato che taglierà la propria forza lavoro del 9%, nel bel mezzo di una tempesta perfetta che sta colpendo il titolo. L’annuncio è arrivato per voce dell’AD Vlad Tenev, nella giornata di ieri pomeriggio. Immediata la reazione del titolo, sceso di oltre il 5% nelle contrattazioni afterhours di Wall Street. Ora le quotazioni riducono i ribassi a -0,70%. Tenev ha motivato la decisione con la presenza di “ruoli e mansioni di lavoro duplicati” e dunque con la necessità di snellire lo staff. Lo scorso 31 dicembre Robinhood aveva indicato una forza lavoro composta da 3.800 dipendenti full-time.