Notizie Notizie Mondo DoorDash, AirBnB & Co: 2020 da record per le IPO ma nessuna bolla all’orizzonte

DoorDash, AirBnB & Co: 2020 da record per le IPO ma nessuna bolla all’orizzonte

4 Gennaio 2021 11:20

DoorDash e AirBnb sono tra le ultime IPO del 2020, un anno che sarà ricordato proprio per il record delle quotazioni in Borsa. In totale nell’anno appena trascorso si è registrata una quotazione di circa 420 aziende, l’88% in più rispetto all’anno scorso, secondo StockAnalysis.com. Le società hanno raccolto 145 miliardi di dollari, un record negli ultimi 30 anni, rispetto al precedente stabilito nel 1999, poco prima della bolla di Internet.

A livello mondiale in generale si è registrata la più forte attività di raccolta di capitali per IPO degli ultimi dieci anni, con 331 miliardi di dollari raccolti in 1.591 IPO e con un aumento del 42% dal 2019. Una tale euforia sui mercati azionari non si vedeva dalla bolla delle dot-com della fine degli anni ’90. Da qui la domanda lecita che si pone John Plassard, Investment Specialist del Gruppo Mirabaud: “Siamo vicini ad una bolla delle IPO?”.

Mirabaud: boom IPO nel 2020 ma non è una bolla

La risposta dell’esperto è netta. “Non ci troviamo in una bolla che sta per scoppiare” afferma Plassard indicando due ragioni ben precise. In primis perché i fondamentali sono diversi. In secondo luogo, le regole per le IPO sono cambiate. Infine, abbiamo anche osservato che le recenti prese di profitto su alcuni titoli tecnologici sono “servite” per acquistare le start-up appena arrivate sul mercato, indipendentemente dalla loro valutazione. Attenzione però a non farsi prendere da un’eccessiva euforia.

Oggi le IPO sono molto più regolamentate e soggette a criteri più severi rispetto a 20 anni fa. È giusto quindi parlare di una differenza di qualità. Infine, in termini di valutazioni, nel corso del 2000, gli investitori hanno acquistato azioni “dot.com” di nuova emissione che al termine della prima giornata di scambio hanno evidenziato un rapporto mediano tra prezzo e fatturato pari a 49,5. Prima del boom (dal 1990 al 1997) e dopo (2002-2017), hanno pagato solo circa 5 volte i ricavi annuali. Oggi si può parlare di valutazioni eccessive anche per quanto riguarda le IPO recenti, ma questo vale anche dopo il loro prima giorno di negoziazione e non solo quando arrivano sul mercato.