Borsa Tokyo +1,60% dopo record Dow Jones nonostante assalto a Capitol Hill. Nyse sciocca di nuovo la Cina
Azionario contrastato in Asia dopo il nuovo record testato dall’indice Dow Jones alla vigilia, nonostante le violenze che hanno sconvolto Washington, con l’assalto dei sostenitori di Donald Trump al Congresso Usa. Bene l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo, che ha chiuso in rialzo dell’1,60% a 27.490,13 punti; giù invece la borsa di Shanghai con -0,47%; Hong Kong -0,51%, Sidney +1,59%, Seoul +2,60%.
Il Dow Jones ha chiuso la sessione con un rally di
437,80 punti, al record di 30.829,40. Lo S&P 500 è salito dello 0,57% a 3.748,14 mentre il Nasdaq Composite ha chiuso in flessione dello 0,61% a 12.740,79 punti.
Ad alimentare gli acquisti, l’ottimismo degli investitori sulla prospettiva di ulteriori stimoli fiscali in Usa con un Senato nelle mani dei democratici.
Ma la sessione del Congresso americano, riunitosi per confermare l’elezione di Joe Biden a presidente degli Stati Uniti, è stata interrotta dai sostenitori di Trump, che hanno fatto irruzione a Capitol Hill e nella stessa camera del Senato.
Il Congresso è stato poi messo in sicurezza, riprendendo così la sessione e rigettando con 97 voti contro 7 l’obiezione presentata dai repubblicani alla vittoria di Biden nello stato della Pennsylvania.
Focus sul Nyse, che ha cambiato idea in due giorni riguardo alla decisione di procedere al delisting di alcuni giganti cinesi attivi nel mercato delle tlc.
Nella seduta di lunedì, i titoli di China Telecom, China Mobile China Unicom scambiati a Hong Kong erano scesi, dopo l’annuncio sul delisting dei colossi, annunciato giovedì scorso dal New York Stock Exchange.
L’annuncio del Nyse è arrivato dopo che, lo scorso novembre, il presidente americano Donald Trump aveva firmato un ordine esecutivo, impedendo alle società americane di investire in aziende accusate di essere legate all’esercito cinese.
Il Nyse ha poi annunciato che il delisting dei giganti non avrebbe avuto più luogo, scatenando così il rally dei titoli. Nelle ultime ore, è arrivato l’ennesimo dietrofront, con la borsa americana che ha reso noto che il delisting, nonostante tutto, avverrà.
Le rispettive azioni sono tornate così a perdere terreno, con tonfi compresi tra il 6,5% e più dell’8%.