Mps cede oltre -2%, male anche UniCredit. Matrimonio osteggiato da 5Stelle e Leonardo Del Vecchio
L’ipotesi che, oltre alla dote fiscale, lo Stato convinca UniCredit a rilevare Mps in cambio di un acquisto fino a 20 miliardi di euro circa dei suoi crediti deteriorati e altre esposizioni non performanti (NPE) da parte di Amco (controllata dal Tesoro), non piace al M5S.
I Cinque Stelle continuano a manifestare la loro opposizione a un’operazione di M&A tra UniCredit e Mps. In particolar modo, stando a quanto riportato da La Stampa, “un colpo di freno è arrivato dai componenti 5 Stelle delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato: ‘Non possiamo avallare regali, peraltro alimentati dal rischio di macrocospici conflitti di interessi – hanno detto – Per questo motivo riteniamo fondamentale che si fermi l’operazione di cessione di Mps a UniCredit, le cui modalità tendono a configurare, giorno dopo giorno, un’incredibile serie di agevolazioni alla banca cosiddetta ‘acquirente’ (ovvero UniCredit)”.
La Stampa conferma anche che, “tra i grandi azionisti, è indigesta l’idea che a stabilire la strategia sia il Tesoro anziché il cda”.
E’ il caso di Leonardo Del Vecchio, che ha motivato “il suo forte scetticismo su Mps” con il fatto che l’operazione si starebbe delineando senza una “vera base razionale che calcoli rischi e benefici”.
La scorsa settimana un articolo del Sole 24 Ore ha riportato che “si starebbe cementando un asse tra la Delfin di Leonardo Del Vecchio, la Fondazione CariVerona e la Fondazione Crt – cui complessivamente fa capo circa il 5% della public company bancaria UniCredit- per creare un nucleo stabile di azionisti con cui il board uscente potrà confrontarsi per definire il profilo del nuovo ceo”.
Sempre secondo il quotidiano di Confindustria, “se il nascente asse Del Vecchio-Fondazioni si consoliderà, come pare, il nuovo board di UniCredit potrà contare già in partenza su un 5% di voti a favore in assemblea e, puntando soprattutto sulla notorietà di Del Vecchio tra gli investitori istituzionali, trascinare il voto dei fondi a favore della lista di maggioranza”.
L’articolo ha segnalato che “oltre al ‘niet’ su Siena, Del Vecchio chiede un ceo (per UniCredit, nel post Jean-Pierre Mustier) di alto profilo tecnico e lontano dalla politica e un profondo rinnovo di tutto il consiglio: se si dovesse andare in un’altra direzione, Delfin con il suo 2% potrebbe non votare per la lista proposta dal consiglio uscente”.
E qualcuno si chiede: in caso di opposizione conclamata di UniCredit a Mps, tornerà l’opzione di una integrazione tra Piazza Gae Aulenti e Banco BPM?
Alle 11 circa ora italiana UniCredit cede l’1,79%, Mps arretra di oltre -2%, Banco Bpm scende dello 0,82%.