Wall Street incerta, timori bolla: P/E forward S&P vicino a record 2000. Ma c’è chi vede Apple a $3 trilioni
Wall Street poco mossa all’indomani della sessione chiusa in rosso.
Ieri il Dow Jones ha perso 89,28 punti a 31.008,69, lo S&P 500 è sceso dello 0,7% a 3.799,61 e il Nasdaq Composite ha sofferto una flessione dell’1,3% a 13.036,43.
Focus sul rapporto P/E forward dello S&P 500, che si attesta a 22,7 punti, vicino al record dal 2000, fattore che alimenta i dubbi sulla sostenibilità dei guadagni che hanno interessato la borsa Usa nel 2020.
L’indice Dow Jones cede appena lo 0,05% a quota 30.994 punti; il Nasdaq sale dello 0,24% a 13.067 punti circa, mentre lo S&P 500 è ingessato anch’esso, con una variazione di +0,02% a 3.799 punti.
Allo stesso tempo, in attesa di un piano di stimoli “da trilioni di dollari” che il neo presidente americano Joe Biden ha promesso agli americani, i tassi sui Treasuries continuano a salire: quelli decennali hanno testato l’1,165%, al record dallo scorso marzo, mentre quelli a 30 anni sono balzati all’1,89%.
Il rialzo alimenta i timori di una improvvisa impennata del tasso di inflazione Usa. In tal senso un avvertimento è arrivato dal fondatore e ceo di DoubleLine Capital, Jeffrey Gundlach.
In un’intervista rilasciata alla Cnbc nel corso della trasmissione “Halftime Report”, Gundlach ha rinfocolato il timore sull’elevato livello a cui viaggia la borsa Usa, facendo riferimento, anche, ai commenti rilasciati dal presidente della Fed di Chicago Charles Evans, lo scorso 4 gennaio:
“Più l’inflazione salirà al di sopra del 2%, più i mercati capiranno che, sì, stiamo per vincere” (facendo riferimento alla battaglia della Fed per centrare il target di inflazione), aveva detto Evans.
Gundlach ci crede, tanto da ritenere che l’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti salirà fino al 3% verso maggio/giugno, “qualcosa che cambierà davvero le cose, nel caso in cui dovesse manifestarsi”.
Tra i titoli, Apple è ancora in ribasso dopo la chiusura negativa di ieri. Detto questo Gene Munster, ex investment banker di Piper Jeffrey, che all’epoca si era occupato della copertura del titolo, ha riferito sempre alla Cnbc di ritenere che Apple potrebbe, dopo aver superato la soglia di $2 trilioni di valore di mercato, testare e superare anche la capitalizzazione di $3 trilioni.
A suo avviso il titolo ha infatti le carte in regola per balzare realisticamente fino a 200 dollari.
Munster, che ha co-fondato la società di venture capital Loup Ventures, ha spiegato che la sua previsione si basa sul fatto che l’azione Apple è scambiata a un P/E di 35 volte gli utili stimati per il 2022.
Titolo Tesla piatto dopo aver chiuso ieri in calo del 7,8%, riportando la prima chiusura negativa delle ultime 12 sessioni e la perdita più sostenuta dallo scorso 23 settembre.