Notizie Notizie Italia Gelata su febbre M&A banche italiane. I freni su Mps-UniCredit, CreVal-Credit Agricole e Bper-BPM

Gelata su febbre M&A banche italiane. I freni su Mps-UniCredit, CreVal-Credit Agricole e Bper-BPM

14 Gennaio 2021 12:45

Le sirene di M&A sembrano spegnersi a Piazza Affari, con il dossier Mps-UniCredit per ora ‘bloccato’ dalla ricerca di Piazza Gae Aulenti del ceo successore di Jean-Pierre Mustier e la nota di Creval (Credito Valtellinese), che dice chiaramente che anche qualche socio non ritiene adeguato il corrispettivo dell’Opa lanciata da Credit Agricole Italia.

C’è poi anche Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol – compagnia assicurativa che risulta prima azionista di Bper con il 19%- che stoppa i recenti entusiasmi che lui stesso aveva rinfocolato a novembre su un possibile matrimonio tra la banca e Banco BPM.

Parlando nel corso della trasmissione Restart su Rai2, stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, Cimbri ha chiarito la propria posizione, affermando che “le fusioni non sono di per sé la panacea per risolvere i problemi delle aziende”, visto che “dipende da come vengono fatte e da come la nuova realtà saprà stare sul mercato”.

“Prima gli attivi di Ubi”, precisa il ceo di Unipol, ricordando che Bper ha comprato da Ubi Banca 30-40 miliardi di attivi”. Certo, “un sistema troppo frazionato è un sistema inefficiente” e “il numero degli sportelli bancari è ancora sovradimensionato”. Ma l’acquisto degli attivi Ubi da parte di Bper ha, per l’appunto, la precedenza.

Per ora nulla di fatto neanche dal fronte CreVal-Credit Agricole Italia. Non solo i consiglieri, ma anche alcuni azionisti non ritengono adeguato il corrispettivo offerto da Credit Agricole Italia, pari a 10,50 euro per azione. Viene fatto notare inoltre che lo stesso titolo CreVal sia stato scambiato, nel periodo successivo all’annuncio dell’Opa, “a premio rispetto al corrispettivo d’offerta”. Il titolo Credito Valtellinese riporta tuttavia un trend piatto a Piazza Affari.

Alert centrodestra su piano francese sulla finanza italiana

A proposito delle mosse di Credit Agricole Italia, vale la pena di riprendere anche l’allarme lanciato dal centro destra, riportato da un articolo di Milano Finanza, su “Un piano francese sulla finanza italiana”. Il riferimento è a “un documento firmato dai tre partiti di opposizione, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, che porta la firma di circa 80 parlamentari, a partire da Giorgia Meloni”, da cui emerge la preoccupazione per “le sorti di Mps”, in particolare per il rischio che la banca senese finisca sposa “ad un gruppo francese, come emerso da ipotesi degli ultimi giorni “. E il timore è condiviso anche dai Cinque Stelle.

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Il documento parla in generale dell’interesse delle banche francesi sul risparmio degli italiani, citando il report Foreign investors in Italian government debt di UniCredit, da cui è emerso che “alla fine di dicembre 2019 circa il 33% del debito italiano era in mano a soggetti stranieri”, con la Francia primo Paese investitore al 21%”.

Praticamente, le banche francesi, in base a quello studio, “detengono una quota di 285,5 miliardi di euro di debito pubblico italiano”.

“Come Centrodestra abbiamo firmato una mozione che mette in evidenza la pervasiva presenza nel nostro debito pubblico degli istituti francesi che detengono 285,5 mld di euro di Btp. Non possiamo permettere che MPS finisca il mani francesi come emerso da ipotesi stampa!», scrive sui social il tesoriere della Lega Giulio Centemero”.

E non solo su Mps: le opposizioni lanciano l’allarme francese anche su Mediobanca e Generali.

UniCredit a caccia di AD: meglio un manager italiano. Sarà Orcel?

Tutto questo, mentre altri articoli sottolineano come, nella ricerca del prossimo ceo dell’era post Mustier, UniCredit preferisca che il ceo sia un italiano. “UniCredit, il pressing per nominare un manager italiano”, scrive il Corriere della Sera, riportando che il cacciatore di teste (Spencer & Stuart) “ha vagliato anche alcuni banchieri stranieri come gli ex ceo di Commerzbank, Martin Blessing, e di Credit Suisse, Tidjane Thiam. Ma non parlano italiano, considerato un requisito de facto“.

Viene messo in evidenza, così come anche da un articolo de La Stampa, che a chiedere un ceo italiano è il sindacato dei bancari, ovvero la FABI, attraverso il suo numero uno Lando Sileoni.

Per ora il favorito a sostituire Mustier nella carica di AD di UniCredit, che ha l’assist dell’azionista Leonardo del Vecchio, si confermerebbe Andrea Orcel , ex banchiere di Ubs e Merrill Lynch, romano. Altri candidati sono Flavio Valeri, Fabio Gallia, Diego De Giorgi e Carlo Vivaldi.

Riguardo al dossier Mps-UniCredit, il quotidiano torinese sottolinea che “il successore di Mustier potrebbe schivare la pratica Montepaschi: la crisi di governo aperta ieri da Italia Viva, si spiega, sospende l’accelerazione del Tesoro per la cessione del suo 64% almeno fino a quando non sarà chiarito lo scenario politico”.

In ogni caso, la priorità di UniCredit per ora, come ha chiarito nelle ultime ore il presidente Cesare Bisoni, è la scelta del nuovo AD.