UniCredit, Banco BPM, UniCredit: countdown trimestrali. Preview utili e fatturato e tutti i nuovi target price
Banco BPM, UniCredit, Intesa SanPaolo: sale la trepidazione dei mercati per i risultati di bilancio di queste e altre banche italiane, che arriveranno la prossima settimana. Come posizionarsi in generale sul settore bancario del made in Italy, alle prese con la guerra tra la Russia e l’Ucraina, con i continui balzi dell’inflazione e con il timore diffuso sui mercati che le banche centrali, inclusa la Bce di Christine Lagarde, diventino più aggressive sul fronte dei tassi?
Gli analisti di Equita SIM hanno fatto il punto della situazione, in un report tutto dedicato al comparto, in cui è stato confermato il rating buy sui titoli Banco BPM, UniCredit, Intesa SanPaolo e Mediobanca. Tra le banche mid-cap, il “nome preferito” è risultato Credem.
“Con il conflitto tra Russia e Ucraina ancora in corso e un rallentamento economico destinato a diventare più evidente nel corso dell’anno, pubblichiamo un report in cui cogliamo l’occasione per scattare una fotografia del settore bancario italiano e rivedere le nostre stime per il 2022-24 – inizia il report firmato dalla SIM milanese – Per il primo trimestre del 2022, ci aspettiamo che l’impatto del conflitto sul settore – ad eccezione delle banche con esposizioni dirette a Russia/Ucraina – sia ancora limitato e complessivamente non rilevante per i trend che probabilmente emergeranno nei mesi successivi. Per questo motivo, riteniamo che, più che sui risultati trimestrali, il focus sarà sulle indicazioni che le banche forniranno, sia sui segnali di deterioramento economico che sul fronte dei tassi di interesse“.
Banche italiane: Equita taglia stime 2022-2024
Gli analisti di Equita SIM hanno reso noto di aver rivisto le loro “stime aggregate 2022-23-24 sull’utile netto (delle banche italiane) rispettivamente del -31%, -13%, -4%, per renderle più coerenti con il mutato contesto macro”.
“La revisione delle nostre stime a livello aggregato – precisa il report di Equita – è principalmente legata a minori commissioni e utili da trading sul lato dei ricavi e a un costo del rischio più elevato (+15 punti base nel 2022, +8 punti base nel 2023) sotto la linea operativa, mentre confermiamo sostanzialmente le nostre stime di NII -ovvero margine di interesse – (con una dinamica più favorevole sul fronte tassi compensate da un rallentamento sulla crescita dei loans)”.
La SIM ricorda che “il settore ha subìto un significativo derating, con le principali banche italiane quotate che hanno perso in media -22% della loro capitalizzazione di mercato (o circa 34 miliardi) nel periodo compreso tra metà febbraio e il 26 aprile, con il P/TE medio sceso da 0,65 a 0,5 volte”.
“Continuiamo a mantenere una view complessivamente positiva sul settore bancario: da un lato il derating subito sconta già a nostro avviso uno scenario molto negativo, dall’altro lato le banche italiane stanno approcciando la crisi in buono stato sotto il profilo del capitale e dell’asset quality e, a differenza del passato, il contesto dei tassi d’interesse potrebbe essere finalmente di supporto“.
UniCredit: titolo tratta a multipli davvero cheap
Presentata la preview della trimestrale relativa ai primi tre mesi del 2022 di UniCredit, banca guidata da Andrea Orcel che, insieme a Intesa SanPaolo, è sotto i riflettori per la sua esposizione verso la Russia. Andrea Lisi, autore del commento di Equita SIM, annuncia la revisione sulle stime di Piazza Gae Aulenti, per riflettere sia l’esposizione che il peggioramento dello scenario macroeconomico. LEGGI ANCHE UniCredit nella trappola di Putin, costo Russia sotto la lente. Banche europee, il punto delle agenzie di rating UniCredit pubblicherà i risultati il prossimo 5 maggio. Così Andrea Lisi: “Ci aspettiamo che il primo trimestre del 2022 inizi a riflettere gli impatti derivanti dall’esposizione della banca verso la Russia, con un conseguente aumento del costo del rischio, legato principalmente ad alcune esposizioni cross- border sulle quali è emerso un rischio maggiore”. Per il primo trimestre vediamo:
- Ricavi: 4,389 miliardi, rispetto ai 4,440 miliardi del consensus.
- Utile operativo di 1,963 miliardi, rispetto ai 2,044 miliardi del consensus.
- LLP: 737 milioni (67 punti base) rispetto ai 700 milioni del consensus
- Utile netto di 411 milioni, rispetto ai 445 milioni del consensus.
- Utile netto post AT1 e cashes: 311 milioni
Lisi continua affermando che “ci aspettiamo che venga posta enfasi su due elementi necessari per dare relief al titolo (in calo del 36% da inizio anno, -19% vs FTSE MIB):
- Maggiore visibilità sulle esposizioni in Russia più a rischio e sulla strategia futura per il paese
- Indicazioni su come UniCredit agirà sulla sua politica di remunerazione.
- Rivediamo l’outlook sull’utile netto del 2022/23/24E rispettivamente del -36%/-17%/-4%.
A tal proposito, “le nostre nuove stime ipotizzano un aumento degli accantonamenti relativi alle esposizioni dirette in Russia di 1 miliardo circa tra il 2022 e il 2023 (>20% delle esposizioni totali)”. Viene ricordato tra l’altro che UniCredit “ha 600 milioni di LLPs relativi al macro scenario non rilasciati nel 2021” e che la banca ha comunque “adottato un approccio particolarmente prudente sugli Stage 2 negli anni precedenti”. Di conseguenza, continua l’analista di Equita SIM, “in base alle nostre ipotesi, UniCredit sarebbe in grado di avviare il buyback di 2,58 miliardi, che continuiamo a includere nelle stime. Tuttavia, data l’incertezza, riteniamo che una decisione definitiva verrà presa più avanti nel corso dell’anno. Nelle stime – si precisa ancora – ipotizziamo una remunerazione totale in arco piano di 12,6 miliardi (> 55% del market cap), con un CET1 al di sopra della soglia 12,5%-13%”. Il target price sul titolo UniCredit è stato rivisto al ribasso del 14% a 13,9 per azione (2023E P/E = 8,1 volte; P/TE = 0,42 volte, ROTE 6%). Andrea Lisi sottolinea che UniCredit “tratta a multipli estremamente cheap (2022- 23E P/E adj. = 7,9-5.1 volte; P/TE = 0,3 volte) che, a nostro avviso, non riflettono adeguatamente:
- eccellente profilo di capitale e asset quality
- notevoli overlays non rilasciati
- Ancora, “ai prezzi attuali il mercato sta già scontando uno scenario molto vicino al ‘worst case’ per quanto riguarda le esposizioni russe
- la capacità di offrire una remunerazione attraente e superiore al 50% dell’attuale capitalizzazione di mercato.
Intesa SanPaolo: stime utili, dividendi e buyback
Su Intesa SanPaolo, che presenterà i risultati di bilancio, il prossimo 6 maggio, Andrea Lisi annuncia: “Ci aspettiamo che il primo trimestre del 2022 inizi a riflettere, almeno parzialmente, alcuni impatti relativi alle esposizioni verso le controparti russe/ucraine, con maggiori livelli di copertura su quelle esposizioni cross-border considerate più a rischio”. A tal proposito, si legga anche l’articolo che fa riferimento all’outlook di Banca Akros e anche del consensus di Bloomberg Intesa SanPaolo: Preview utili I trimestre, l’outlook sull’impatto Russia e sul trend del titolo Di seguito le stime di Equita sulle principali voci di bilancio di Intesa SanPaolo del primo trimestre del 2022:
- NII (margine di interesse): 1,904 miliardi (-3% QoQ su base trimestrale, -2% annuo)
- Fees (commissioni): 2,285 miliardi (-1% YoY)
- Ricavi totali: 4,858 miliardi (-3% QoQ, -12% YoY)
- Utile operativo: 2,212 miliardi (+11% QoQ, -24% YoY)
- LLP: 719 milioni (62 bps)
- Utile netto: 700 milioni
“Il downgrade del debito sovrano russo – scrive Andrea Lisi riferendosi alla banca guidata da Carlo Messina – dovrebbe portare ad un aumento degli RWA legati alle esposizioni russe, con un conseguente impatto negativo sul CET1. Sebbene la visibilità rimanga al momento particolarmente ridotta, abbiamo cercato di incorporare nelle nostre stime gli impatti sia diretti che indiretti del conflitto tra Russia e Ucraina. Più in dettaglio, l’utile netto degli anni 2022/23/24 è stato rivisto al ribasso di -35%/-14%/-5% per i) minori commissioni; 2) minori utili da trading, 3) maggiori LLP, con il costo del rischio del 2022 che passa da 41 punti base a 58 punti base e il 2023 da 40 punti base a 48 punti base”. “In particolare, le nostre nuove stime incorporano un aumento degli accantonamenti sulle esposizioni dirette in Russia di circa 720 milioni tra il 2022 e il 2023, circa il 20% delle esposizioni cross-border nel paese. Per quanto riguarda la remunerazione degli azionisti, continuiamo a incorporare nelle nostre stime il buyback di 3,4 miliardi, sebbene non escludiamo che Intesa SanPaolo possa considerare di adattare il buyback all’evoluzione dello scenario. Stimiamo ora un dividendo cumulato superiore ai 14 miliardi da distribuire in arco piano”. Dopo la revisione delle stime, Equita SIM comunica di aver rivisto al ribasso il target price sul titolo di Intesa SanPaolo del 14% a 2,7 euro per azione, dunque con P/E 2022-23 pari a 14.4x-10.2 volte e un P/TE pari a 1,2-1,1 volte, e ROTE dell’8%-11%. Gli analisti confermano il rating buy.
Banco BPM: preview utili in contesto M&A is back
Sotto i riflettori anche Banco BPM, ultimamente osservato speciale sopratutto per la mossa a sorpresa arrivata da Crédit Agricole, che ha riacceso il tema “M&A is back” Luigi Pedone di Equita SIM presenta la preview sugli utili di Banco BPM, banca gestita dal ceo Giuseppe Castagna, che saranno diffusi il prossimo 5 maggio. “Ci aspettiamo un buon trimestre con un impatto limitato sui numeri dagli effetti del conflitto russo- ucraino. Stimiamo un margine di interesse (NII) in calo del 2% su base trimestrale (a causa dell’effetto calendario) e una tenuta sul fronte commissionale (-3% su base trimestrale, a causa del difficile confronto con il quarto trimestre del 2021). I costi operativi dovrebbero includere i benefici legati alla riduzione del personale dei trimestri precedenti, mentre vediamo un costo del rischio a 68 punti base (guidance Costo del rischio ordinario 2022 pari a 55 punti base). In dettaglio:
- NII: €498 milioni (piatto su base annua);
- Total Income: €1,078 miliardi (-4% su base annua);
- Utile operativo: €453 milioni
- LLP a €190 milioni, costo del rischio a 68 punti base
- Utile Netto: €114 milioni
Pedone continua: “Abbiamo modificato le stime 2022-2023 adottando un approccio più prudente in linea con il mutato contesto macro”. Ovvero:
- riducendo l’NII 2022-2023, dunque il margine di interesse, di -2% e le commissioni 2022-2023 (-2%) per tenere conto dell’effetto mercato negativo e di una minore conversione dei depositi in AUM;
- incrementando il costo del rischio 2022-23 del 3% incorporando un lieve incremento del default rate.
- Di conseguenza, l’utile netto del periodo 2022-23 è atteso in calo rispettivamente del 13% a €519 milioni e del 5% a €643 milioni.
- Sulla base della revisione delle stime, riduciamo il target price a € 3,6 per azione (in calo -3%). Al target, il titolo tratterebbe a 2022-223 P/E adj. pari a 10,1-8.3 volte e P/TE pari a 0,45 volte, con ROTE adj. 4,7% -5,1%.
- Il rating buy viene confermato.
Pedone fa notare che “il recente acquisto da parte di Credit Agricole ha aumentato l’appeal speculativo del titolo oltre a dimostrare le prospettive di crescita dei ricavi nei prossimi anni a valutazioni cheap: escludendo le partecipazioni in Anima, Nexi e il valore dell’opzione put su Agos, il business bancario di Banco BPM tratta con un P/TE di 0,3 volte”. Ancora, “Banco BPM è ben posizionata in caso di aumento dei tassi di interesse con una sensitivity tra le più alte tra le banche italiane (+21% di NII ogni 100 punti base di spostamento parallelo della curva)”. Viene ricordato infine che “il titolo ha sovraperformato il settore, con una performance da inizio anno +20% absolute e +40% relative”.