Cina: la politica zero-Covid alimenterà l’inflazione, ecco perchè
La politica zero-Covid di Pechino avrà un impatto diretto sull’inflazione. Ne è convinto Gilles Seurat, Fixed Income and Cross Asset Portfolio Manager di La Française AM, che fa il punto sulla situazione e analizza le possibili conseguenze delle misure messe in atto recentemente dall’amministrazione cinse per contenere i contagi.
A causa delle severe misure anti-Covid, una parte significativa dei lavoratori portuali e dei camionisti sono assenti. A Shanghai, più di 300 navi sono in attesa di scaricare le merci rispetto alle sole 50 di febbraio. La situazione si è aggravata e risulta addirittura peggiore rispetto a quella del 2020 e del 2021.
“La congestione dei porti cinesi – sottolinea l’esperto di La Française AM – dovrebbe avere un impatto molto diretto sull’inflazione. Infatti, la domanda mondiale di beni di consumo attualmente supera l’offerta, e l’interruzione della catena di approvvigionamento cinese non farà che esacerbare questo squilibrio, portando quindi a un’ulteriore inflazione. Le carenze sono aumentate vertiginosamente, ad iniziare dai semiconduttori nel 2020, arrivando attualmente a carta, vetro, parti di automobili e così via”.
Teoricamente, lo squilibrio tra domanda e offerta può essere risolto solo con prezzi più alti. Un buon esempio è l’industria automobilistica tedesca, che ha aumentato i ritardi di consegna a volte più di un anno e ha aumentato i prezzi.