Crisi governo, ‘c’è il nome di Draghi’. Lo spread BTP-Bund ha già iniziato a scommetterci
“Governo in crisi, per il Colle tempo scaduto: cresce l’ipotesi del tecnico. C’è il nome di Draghi”: così il Messaggero.
Non una sorpresa di quelle che fanno cadere dalla sedia, visto che sono mesi, ancora prima della crisi di governo innescata dal leader di Italia Viva Matteo Renzi, che il nome dell’ex presidente della Bce e dell’ex numero uno di Bankitalia, Mario Draghi, si affaccia ripetutamente nella scena politica italiana. Ora però l’impasse è seria e dopo le consultazioni al Quirinale non si vede ancora una soluzione concreta all’orizzonte.
La carta Draghi, si sa, piace ai mercati. Non per niente ieri i BTP hanno sovraperformato il mercato dei titoli di Stato dell’Eurozona, con i tassi decennali che sono scesi fino allo 0,623% dallo 0,643% della chiusura di venerdì, stando a quanto riportato da Reuters.
Lo spread è sceso fino ad area 112: ora, segna un lieve rialzo puntando verso i 113 punti, comunque in calo rispetto ai 115 punti circa della scorsa settimana.
“Il mercato è ottimista sull’esito della crisi di governo in Italia e sta iniziando a prezzare lo scenario di Draghi come presidente del Consiglio – ha commentato a Reuters Althea Spinozzi, strategist del reddito fisso di Saxo Bank – Uno scenario del genere darebbe un messaggio a favore dell’Europa”.
Tornando alle indiscrezioni su Draghi al timone di Palazzo Chigi, il Messaggero scrive che “il tempo sta per scadere e ulteriori tatticismi e rinvii dovranno fare i conti con la voglia di Mattarella di assicurare al più presto un governo al Paese seppur in vista di un possibile scioglimento delle Camere. La data del voto è già cerchiata sul calendario del Colle ed è quella del 27 giugno. Se Fico questa sera non sarà in grado di raccogliere sul nome di Conte tutti gruppi, a Mattarella non resta che imboccare la strada di un governo istituzionale dopo aver fatto un nuovo e veloce giro di consultazioni con le forze politiche. Sarà quella l’occasione per verificare l‘apertura fatta dai partiti del centrodestra in occasione dell’incontro al Colle della settimana scorsa. Un allargamento della maggioranza attuale con Forza Italia dentro e magari, qualora il M5S dovesse andare in ordine sparso, con il sostegno più o meno esplicito della Lega di Salvini”.
Rumor, Italia Viva di Renzi a favore di Mario Draghi
Il Messaggero, nel riportare che probabilmente proprio questo asse sarebbe l’obiettivo di Renzi, parla dunque dell’opzione di “un esecutivo tecnico, o del presidente, magari con ministri politici e guidato da Mario Draghi, con l’obiettivo di andare ad elezioni a giugno o di andare anche oltre, visto che i governi per cadere devono poi essere sfiduciati, e che a luglio inizia il semestre bianco”.
Dell’opzione Draghi aveva parlato anche un articolo de La Stampa di domenica, e una fonte di Italia Viva ieri aveva confermato quanto scritto dal quotidiano, ovvero che il partito vorrebbe che fosse Draghi a diventare il prossimo presidente del Consiglio.
“Direi che è una delle nostre proposte”, ha detto a Reuters la fonte. Un parlamentare di Italia Viva, sempre in condizioni di anonimato, ha confermato l’assist che il partito darebbe all’ex numero uno della Bce:
“Se il presidente (Sergio Mattarella) dovesse dare il mandato a Draghi, sicuramente noi saremmo a favore“.
Con un valore dello spread attorno a quota 113 punti base, c’è da dire che al momento la carta italiana sta reggendo più che bene alla crisi politica in corso. Ma i BTP, ed è d’obbligo ricordarlo, sono blindati dall’opera salvifica della Bce, per la precisione dal piano PEPP della banca centrale europea.
Il pericolo speculazione è sempre in agguato e ancora di più in un’Italia allo sbando senza governo. Lo sa bene l’agenzia di rating Moody’s, che ha lanciato qualche giorno fa un alert sulla minaccia junk per i BTP. E qualcuno aveva paventato a metà gennaio perfino un riaffacciarsi dello spettro Italexit sui bond italiani e a Piazza Affari.
Ma Draghi accetterà mai il corteggiamento che arriva dal mondo della politica? Sempre Althea Spinozzi di Saxo Bank aveva fatto notare l’effetto-Draghi sulla carta made in Italy, scrivendo giorni fa che i tassi sui BTP scenderebbero fino allo zero entro la prima settimana di un governo Draghi.
Attenti però al monito che è arrivato dall’ex presidente della Commissione europea ed ex presidente del Consiglio, Romano Prodi: ‘si pensa a un deus ex machina, ma spesso gli italiani aspettano un salvatore per poi crocifiggerlo’.