Preview Intesa SanPaolo: bilancio IV trimestre risentirà dell’effetto Ubi. Titolo beneficia di carica di buy
Grande attesa per i risultati di bilancio che saranno resi noti nella giornata di domani, venerdì 5 febbraio, da Intesa SanPaolo.
Stando alle previsioni degli analisti intervistati da Bloomberg, i risultati del quarto trimestre del 2020 della banca guidata da Carlo Messina sono stati colpiti da alcune poste straordinarie di bilancio, oltre a essere stati complicati dall’inclusione delle attività di Ubi Banca, dopo la fusione tra i due istituti. I mercati hanno già avuto modo di vedere l’impatto dell’integrazione sulla trimestrale di Ubi Banca.
Barclays, in particolare, prevede che Intesa presenterà un nuovo piano industriale alla fine dell’anno.
Il consensus degli analisti intervistati da Bloomberg stima in media, per il quarto trimestre, una perdita netta di 3,20 miliardi di euro (range compreso tra 3,13 e 3,35 miliardi), su un giro d’affari di 5,08 miliardi in media (range tra 4,96 e 5,28 miliardi di euro).
Il dividendo per azione dell’intero anno è atteso a 0,06 euro (range tra lo zero e 0,17 euro per azione).
Diversi i commenti che sono stati snocciolati dai vari analisti, durante la settimana: Ignazio Cerezo di UBS ha reiterato il suo rating “buy” sul titolo Intesa SanPaolo, parlando di una “progressione degli utili robusta” e di valutazioni del titolo che appaiono prudenti. La vendita degli NPE per un valore di 4,3 miliardi di euro, a suo avviso, avrà un impatto neutrale sul capitale.
Di recente Barclays ha avviato la copertura del titolo Intesa con un giudizio “overweight”, con l’analista Paola Sabbione che ha sottolineato che l’azione è tra quelle delle banche dell’Unione europea preferite dagli analisti del colosso bancario britannico. Secondo Sabbione, Intesa potrebbe essere anche più resiliente rispetto ad altre banche rivali, in caso di un eventuale scenario più difficile per l’economia italiana. Ancora, “la presentazione del bilancio del quarto trimestre potrebbe confermarsi un elemento catalizzatore, nel caso in cui emergesse da essa una forza significativa del bilancio, che potrebbe tradursi in un P&L più solido”.Anche secondo Barclays, “la banca presenterà un nuovo piano industriale alla fine dell’anno”.
Intesa è titolo top pick tra le banche più grandi anche per Hugo Cruz, analista di KBW, che ha un rating “outperform”. Per Cruz, insieme a UniCredit e Banco BPM, Intesa avrà proceduto anche ad “effettuare accantonamenti aggressivi in vista del 2021”. Ancora, “il margine netto di interesse dovrebbe beneficiare della fusione con Ubi”.
Luigi Tramontana di Banca Akros ha un rating “accumulate” sul titolo della banca, e fa notare che gli utili dell’intero 2020 non potranno essere paragonati con quelli dell’anno precedente, vista l’integrazione di Intesa SanPaolo con Ubi, lo scorso anno. Inoltre, sottolinea Tramontana, “c’è ancora una parte delle attività di Ubi che sarà venduta, il che significa che il perimetro del consolidamento non è stato ancora stabilito”. In ogni caso, sul “bilancio del quarto trimestre peseranno alcuni oneri straordinari, che porteranno il valore degli utili netti di tutto il 2020 a 3,2 miliardi di euro.
Bloomberg ricorda che il target price sul titolo Intesa SanPaolo fissato in media dagli analisti interpellati è di 2,22 euro, valore che implica un margine di rialzo del 14,1% rispetto ai livelli attuali del titolo. Viene ricordato anche che l’azione è salita in sette dei 12 annunci fatti sui risultati di bilancio.
Negli ultimi cinque giorni di contrattazioni sul Ftse Mib, Intesa SanPaolo è salita del 6,3%, rispetto al +2,9% dell’indice benchmark di Piazza Affari. Nell’ultimo anno, il titolo è sceso invece del 17,1%, rispetto al -5,5% del Ftse Mib. La diffusione del bilancio avverrà domani. Alle 15.14 ora italiana, il titolo avanza dell’1,74%, a 1,98 euro circa.
Grande l’attesa per l’annuncio sulla cessione di altri crediti deteriorati. Qualche giorno fa sono emerse indiscrezioni secondo cui la banca starebbe studiando la cessione di un nuovo portafoglio di NPE da 5-6 mld, che andrebbe a sommarsi alla GACS di oltre 4 mld finalizzata a dicembre.
Il costo dell’operazione dovrebbe essere sostenuto dall’utilizzo di parte del badwill generato dall’acquisizione di UBI (3,5 mld). La cessione riguarderebbe un mix di sofferenze originate sia da Intesa Sanpaolo che da Ubi e andrebbe a rientrare nel piano di cessione di crediti deteriorati da 10-12 miliardi emerso a fine 2020.
Al 30 settembre 2020 lo stock di NPE lordi di Intesa includendo UBI ammontava a 35,4 mld, atteso scendere in area 29 mld a fine 2020. L’operazione permetterebbe quindi di dismettere circa il 20% del portafoglio di crediti deteriorati del gruppo. Secondo le stime di Equita l’NPE Ratio atterrerebbe in area 5% dal 6,9% del 3Q20.