Settimana d’oro per Piazza Affari e spread, marcia in più per le banche
Nuovi massimi storici per Wall Street che si appresta ad archiviare una settimana di forti rialzi. Assist al risk-on arriva dal voto del Senato USA per adottare un progetto di bilancio per il pacchetto di stimoli da 1,9 trilioni di dollari del presidente Joe Biden. Le non farm payrolls sotto le attese non hanno intaccato il clima positivo sui mercati.
A distinguersi in positivo nelle ultime 5 sedute è stata Piazza Affari sotto la spinta dell’effetto Draghi. L’incarico a formare il governo affidato all’ex presidente della Bce ha scatenato gli acquisti sugli asset Italia con spread sui minimi dal 2015 sotto il muro dei 100 pb e la Borsa di Milano ha fatto en plein. Il Ftse Mib ha chouso oggi a 23.083 punti, in rialzo dello 0,80%. Il saldo settimanale è di quasi +7%, sovraperformando con decisione rispetto a Dax e Wall Street che segnano rialzi tra il 4 e il 5%.
Oggi riflettori su Intesa Sanpaolo, salita del 2,61% a 2,061 euro. I numeri del quarto trimestre sono stati migliori del previsto e la banca ha aggiornato le stime sulla sinergie legate all’integrazione di UBI Banca. La maggiore banca italiana ritiene che a regime nel 2024 saranno superiori al miliardo di euro e oltre l’80% di tali sinergie sarà raggiunto nel 2023 ((nel documento di OPAS il gruppo Intesa Sanpaolo aveva indicato sinergie per circa 700 milioni). Guardando all’anno in corso, il ceo Carlo Messina professa otimismo. La banca indica un obiettivo di utile 2021 oltre i 3,5 miliardi considerando anche Ubi. “Il nostro impegno è assolutamente di superare questo obiettivo”, dice Messina aggiungendo che il target sarà superato “facilmente”.
Ta le banche si è distinta Bper (+4,71%) che conferma la sua capacità di performare meglio dei peers in questo primo scorcio d’anno. Da inizio anno Bper è il migliori titolo di tutta Piazza Affari con un balzo di oltre il 18% dopo il 2020 difficile chiuso come peggiore blue chip milanese.
Rally convinto anche per Unicredit (+2,17%). Oggi il presidente designato di UniCredit, Pier Carlo Padoan, in un’intervista rilasciata a Repubblica ha detto di non escludere nulla in tema di M&A. “Non escludo nulla. Siamo in una fase di profondo cambiamento e la crescita per linee esterne è uno degli strumenti a disposizione, anche se come è ovvio il cda non approverà nessuna operazione che non sia nell’interesse pieno di tutti i suoi azionisti”, dice Padoan che aggiunge: “Abbiamo voglia di crescere e di creare valore più di prima”.
Tra i segni meno si segnala Enel (-1,27% a 8,447 euro) al’indomani dei numeri preliminari 2020. La maggiore blue chip di Piazza Affari ha mostrato un Ebitda sostanzialemente in linea con le stime di mercato e un debito migliore delle attese. Enel ha chiuso il 2020 con ricavi pari a 65 miliardi di euro, in diminuzione del 19,1% rispetto al 2019, per effetto del Covid, che ha ridotto la vendita e il trasporto di energia soprattutto in Spagna e Italia, e per l’evoluzione negativa dei tassi di cambio, in particolare in America Latina. L’Ebitda ordinario ammonta a 17,9 miliardi di euro, in linea con il 2019 e con le attese degli analisti. Enel ha beneficiato in particolare del buon andamento del business rinnovabili in Italia, Nord America e Spagna. Bene anche il termoelettrico grazie ai minori costi di procurement e ai maggiori margini unitari. L’indebitamento finanziario netto a fine 2020 è pari a 45,4 miliardi di euro, decisamente sotto i 48,7 miliardi attesi (la guidance era di 48-49 miliardi).