Greggio: Brent sfonda quota 60 dollari al barile
Nella giornata di ieri, il Brent quotato all’ICE di Londra ha superato i 60 dollari al barile, portando i guadagni annuali a quasi il 17%. Questa forza è continuata nel trading mattutino asiatico, con il Brent scambiato sopra i 61 dollari al barile. Il petrolio è stato trascinato dal più ampio movimento del mercato, con un crescente ottimismo intorno al calo dei casi di Covid-19, e la crescente probabilità che gli Stati Uniti approvino una grande legge di stimolo secondo gli analisti di ING. Anche i fondamentali per il petrolio sono favorevoli, con gli ulteriori tagli alla produzione da parte dell’Arabia Saudita che hanno avuto effetto. Ora con il calo dei casi di Covid-19 ci saranno speranze per una ripresa più robusta della domanda.
Mentre l’ottimismo su una ripresa più ampia continuerà probabilmente ad essere un fattore di sostegno per il petrolio, ci sono anche chiari rischi. Ovviamente le restrizioni legate al Covid-19 rimarranno probabilmente un rischio fino a quando non vedremo un aumento significativo della vaccinazione a livello globale, che permetterà un ritorno ad una qualche forma di normalità. In secondo luogo, siamo a livelli di prezzo che sembreranno sempre più attraenti per i produttori, quindi ci aspettiamo di vedere alcuni flussi di produttori che entrano nel mercato, il che dovrebbe fornire una certa resistenza ai prezzi. Inoltre, negli Stati Uniti abbiamo visto un aumento consistente del numero di impianti di perforazione petroliferi dalla fine di novembre, e con un ambiente di prezzi più forte, potremmo benissimo vedere gli aumenti del numero di impianti di perforazione aumentare il ritmo.