Piazza Affari attende le parole di Powell. Protagonista Leonardo che si avvicina a muro 7 euro, sotto lente anche Eni con petrolio
Ancora una volta in questo mese di febbraio è la prudenza a prevalere a Piazza Affari, in un clima che resta improntato alla cautela in attesa dell’audizione del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, al Senato. Dopo una partenza in rialzo l’indice Ftse Mib procede in territorio positivo, mostrando un leggero aumento dello 0,11% a quota 23.033 punti. L’inizio di ottava è stato senza verve per Piazza Affari con i mercati condizionati dai timori legati all’ascesa dei rendimenti l’indice milanese ha chiuso a 23.009 punti (-0,55%). Sotto i fari le banche centrali. Si attendono i commenti di Powell sui tassi e sull’inflazione che potrebbero pilotare il sentiment di mercato, che guarda con una certa preoccupazione alla reflazione Usa, dopo l’ennesimo balzo dei tassi sui Treasuries a 10 anni. Intanto ieri Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, intervenendo al Parlamento europeo, ha indicato che stanno monitorando attentamente l’andamento dei rendimenti sovrani, una dichiarazione che ha portato a un calo di questi ultimi. L’inflazione in Europa è aumentata lievemente ma rimane ancora molto bassa, senza alcun rischio di surriscaldamento.
Chi sale e chi scende
Tornando ai singoli titoli del Ftse Mib si mette in mostra Leonardo che avanza di oltre il 4% e si porta sempre più vicino al muro dei 7 euro. Nei giorni scorsi l’ex Finmeccanica era finita sotto la lente degli investitori la possibilità di procedere alla quotazione della controllata Usa DRS, ma come già comunicato, nessuna decisione formale in merito è stata ancora presa. Così un comunicato del gruppo dopo le indiscrezioni di venerdì scorso su richiesta Consob.
Tra le migliori del listino anche Atlantia, reduce dal rally di ieri, avanza anche oggi di circa il 4% e viaggia sopra la soglia di 16 euro in attesa di novità sul futuro di Aspi. La riunione di ieri del consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) rimane aperta in relazione all’offerta per Aspi e si riaggiorna oggi nel pomeriggio al fine di consentire la contestualità delle determinazioni di tutti i membri del Consorzio. “Lo scenario politico sembra essere migliorato e questo dovrebbe favorire una soluzione negoziale con CDP”, ribadiscono gli analisti di Equita, secondo i quali l’accordo risolverebbe il problema del debito nella holding (4,5miliardi di euro) e assicurerebbe flessibilità finanziaria ad Atlantia per asset rotation o supportare Abertis.
In evidenza ancora il comparto oil, con Eni che sale di oltre un punto percentuale grazie alle positive performance del petrolio che sale di oltre un punto percentuale.
Gli appuntamenti di giornata
L’agenda macro prevede sempre dagli Stati Uniti i dati sulla fiducia dei consumatori e i prezzi delle case. In Italia, l’Istat pubblicherà il fatturato e gli ordinativi dell’industria. Sul fronte emissioni, oggi il Tesoro italiano offrirà Ctz da 2,5 miliardi. A livello societario, da monitorare Tim nel giorno del cda, chiamato ad approvare i conti e a esaminare la questione nomine.