Portafoglio investimento: come posizionarsi per il ritorno dell’inflazione secondo Schroders
I mercati rimangono concentrati sui rendimenti obbligazionari, preoccupati che un aumento dell’inflazione possa spingere le banche centrali a rivedere le loro politiche sui tassi di interessi ultra bassi, nonostante le parole rassicuranti del presidente della Fed, Jerome Powell. Come operare in questo contesto? Innanzitutto, secondo la casa d’affari Schroders, bisogna distinguere tra reflazione e stagflazione. Perché un contesto reflazionistico (crescita con inflazione moderata) sarebbe positivo per gli asset rischiosi e negativo per i bond, via via che l’inflazione si muove verso il target della Fed (2%). Invece, un contesto stagflazionistico (in cui la crescita è contenuta ma l’inflazione è elevata) sarebbe molto meno positivo per gli asset rischiosi e altrettanto negativo per i bond.
“Di conseguenza – afferma Ben Popatlal, Multi-Asset Strategist di Schroders – la composizione di portafoglio ottimale dipenderà dal tipo di scenario inflazionistico che si svilupperà. Al momento, non temiamo particolarmente un’inflazione incontrollata, quindi il nostro portafoglio per ora si baserebbe su uno scenario di reflazione, cioè un contesto di inflazione moderata con crescita. Il portafoglio dunque vedrebbe un sovrappeso sull’azionario e in particolare sul value rispetto al growth e sulle small-cap USA rispetto alle large-cap USA, un sottopeso sull’obbligazionario, favorendo i bond inflation-linked rispetto alle obbligazioni nominali, e una posizione lunga sulle commodity”.