Azionario Asia snobba Wall Street: borsa Tokyo +0,51%, Hong Kong brilla con oltre +2%
Azionario asiatico positivo, nonostante la chiusura negativa di Wall Street della vigilia. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,51% a 29.559,10 punti; la borsa di Shanghai sale dell’1,61%.
Ieri il Dow Jones Industrial Average ha ceduto 143 punti, alle prese in particolare con le vendite sul titolo Intel, sceso del 2,6%. Lo S&P 500 ha perso lo 0,80% circa, mentre il Nasdaq Composite ha fatto peggio, perdendo l’1,7% circa, messo sotto pressione dalle Big Tech Facebook, Microsoft, Amazon, Apple, Netflix e Alphabet, la holding a cui fa capo Google.
Protagonista in Asia l’indice Hang Seng di Hong Kong è balzato di oltre +2%, grazie ai titoli bancari come China Construction Bank +3,8%, Industrial and Commercial Bank of China +4.41% e Bank of China +2,6%.
In Cina, reso noto l’indice Pmi servizi stilato da Caixin e Markit che, nel mese di febbraio, si è attestato a 51,5 punti, in linea con le attese, ma in lieve rallentamento rispetto ai 52 punti precedenti.
Il dato ha confermato comunque la fase di espansione, in quanto superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori appunto al di sopra) e di contrazione (valori al di sotto).
Il Pmi Composite ha rallentato anch’esso il passo, scendendo dai 52,2 punti di gennaio a quota 51,7 punti. Dal dato emerge che la crescita dell’attività dei servizi si è indebolita al minimo degli ultimi 10 mesi.
Diffuso anche il Pmi servizi del Giappone stilato da Jibun Bank e da Markit: il dato è rimasto in fase di contrazione, attestandosi a quota 46,3 punti. Nella lettura finale appena resa nota il dato è stato rivisto al rialzo rispetto ai 45,8 punti inizialmente riportati, minimo in sei mesi, e rispetto ai precedenti 46,1 punti di gennaio.
Il Pmi servizi rimane tuttavia, sebbene sia stato rivisto al rialzo, in fase di contrazione, in quanto decisamente inferiore alla soglia dei 50 punti. Il Pmi Composite del Giappone è stato rivisto anch’esso al rialzo, a quota 48,2 punti dai 47,6 punti inizialmente riportati e i precedenti 47,1 punti di gennaio.
Bene anche Sidney, in progresso dello 0,82%, mentre Seoul ha guadagnato più dell’1%.
Reso noto oggi il Pil australiano, che si è confermato solido nell’ultimo trimestre del 2020, salendo del 3,1%, meglio dell’espansione pari a +2,5% attesa dal consensus di Reuters, e dopo la crescita del 3,4% – rivista al rialzo – del terzo trimestre. Nell’intero 2020, tuttavia, il prodotto interno lordo dell’Australia ha sofferto una contrazione dell’1,1%, sulla scia delle conseguenze economiche scatenate dalla pandemia di coronavirus Covid-19, e a causa delle relative misure di restrizioni-lockdown adottate per arginare i contagi.
Il dollaro australiano ha reagito ai numeri del Pil segnando un rialzo fino al massimo intraday di $0,7836, mentre i futures sui titoli di stato a tre anni sono scesi, a fronte di un rendimento dello 0,3% circa.