Powell non convince, Nasdaq cade ancora. A Milano giù le utility e Poste
Wall Street cade ancora con POwell che fallisce nel tentativo di arginare i timori legati all’aumento dei rendimenti. Ieri lo S&P 500 ha perso l’1,34% a 3.768,47 punti, il Nasdaq ha ceduto il 2,11% a 12.723,47 e il Dow Jones ha chiuso in flessione dell’1,11% a quota 30.924,14. Il Nasdaq è ora negativo da inizio anno ed è anche in fase di correzione, ovvero in flessione del 10% dai massimi di periodo.
Powell non convince i mercati
Le vendite sull’azionario sono state scatenate per l’ennesima volta dal rialzo dei tassi sui Treasuries, saliti oltre la soglia dell’1,5%. Nessun effetto positivo dal discorso proferito dal numero uno della Federal Reserve Jerome Powell, che ha rimarcato come la riapertura dell’economia – grazie all’allentamento delle misure di restrizione, sulla scia delle vaccinazioni anti-Covid – potrebbe creare una qualche pressione al rialzo sui prezzi. Ma anche se l’economia dovesse assistere “ad aumenti transitori dell’inflazione…credo che saremmo pazienti”, ha aggiunto Powell.
Powell ha fallito nel compito di gettare le basi per azioni della Fed per combattere l’aumento dei rendimenti. Il numero uno della FED ha invece affermato che il recente aumento dei rendimenti non è disordinato e l’aumento dell’inflazione è un dato di fatto mentre il mondo si riapre. “È improbabile che vedremo la fine di questa recente volatilità, con il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti che porta un altro periodo di incertezza”, argomentano gli esperti di IG nella Morning Call in cui ricorda come gli ultimi due rapporti sul mercato del lavoro Usa hanno segnato -140mila e 49mila posti di lavoro.
Spread sale, Ftse Mib scende
Sull’obbligazionario oggi lo spread Btp/Bund viaggia in rialzo con un picco a 107 pb, sui massimi dal 3 febbraio. Volgendo lo sguardo a Piazza Affari, il Ftse Mib nella prima ora di contrattazioni è scivolato sotto la soglia dei 23mila punti per poi risalire e al momento viaggia in calo dello 0,34% a 23.014 punti.
Tra i singoli titoli si segnala il -2,29% di Buzzi, peggior titolo del Ftse Mib, seguito da Poste Italiane con -2,1%. Tra i peggiori anche le utility con oltre -1% per Hera, Italgas, Terna e Snam, mentre Enel contiene i cali a -0,16%.
Si muovono controcorrente le big del comparto oil: Eni segna +0,52%, Saipem segna +1,7%. Il settore cavalca le performance ancora rialziste del petrolio dopo la decisione dell’Opec+, l’organizzazione di cui fanno parte l’Opec e i paesi produttori non Opec come la Russia, annunciata nel pomeriggio di ieri. L’ Opec+ ha reso noto che la produzione di aprile rimarrà invariata, contrariamente alle attese degli analisti, che avevano previsto un aumento concordato dell’offerta fino a 1,5 milioni di barili al giorno. Segno positivo anche per Stellantis (+0,7%) che ha annunciato la distribuzione condizionata di azioni e liquidità di Faurecia.