Piazza Affari parte bene ma resterà ancora ostaggio dell’umore di Wall Street. Ecco i temi caldi di oggi
La settimana parte con il piede giusto sui mercati europei. E tra le migliori del Vecchio continente spicca Piazza Affari che avanza di oltre un punto percentuale. A Milano l’indice Ftse Mib sale dell’1,2% a 23.238 punti. Sui mercati l’umore è tornato a salire in scia alla notizia che nel weekend i Democratici al Senato Usa hanno approvato il piano di stimolo di 1.900 miliardi di dollari (1.594 miliardi di euro) dell’amministrazione Biden, respingendo i tentativi repubblicani di cambiare il progetto durante una maratona iniziata il giorno prima.
“Per impostare la strategie delle prossime settimane bisogna inevitabilmente fare una analisi alla situazione dei mercati globali, in quanto sono evidentemente in grado di condizionare l’andamento di Piazza Affari“, consiglia Pietro Di Lorenzo di sostrader, spiegando che “ci lasciamo alle spalle una settimana ‘complicata” soprattutto per i mercati Usa. Nonostante la Federal Reserve sti facendo di tutto per rassicurare i mercati sono evidenti le tensioni sull’ obbligazionario e sul settore tech”. In particolare. ricorda ancora l’esperto, il future del Treasury Note a dieci anni chiude la quinta settimana consecutiva di ribasso con il rendimento che va oltre 1,56%, in prossimità dei massimi da dodici mesi. Questo crea grande nervosismo e la volatilità che si vede dal grafico del Nasdaq è proprio figlia di questo contesto. In questo contesto Di Lorenzo invita infine a monitorare l’area 12.500 dell’indice tecnologico: una chiusura settimanale inferiore a questo livello, dovrà indurre a rivedere le strategie di breve termine.
Chi sale e chi scende oggi sul Ftse Mib
Tra i singoli titoli si mette in evidenza Cnh Industrial che avanza di circa il 5% ma anche Saipem che avanza di oltre tre punti percentuali. Segno positivo anche per Exor (+2% e supera la soglia di 69 euro) che questa mattina ha annunciato la partnership con Christian Louboutin per accelerare la prossima fase dello sviluppo della Società. In base all’accordo la holding della famiglia Agnelli investirà 541 milioni di euro per diventare azionista al 24% di Christian Louboutin, al fianco dei suoi fondatori, e nominerà 2 dei 7 componenti del consiglio di amministrazione della società. L’impegno nel costruire grandi società rende Exor, sottolinea la nota, un partner ideale per Christian Louboutin ora che il brand, muovendo da solide basi, mira a cogliere nuove significative occasioni di sviluppo.
Nelle retrovie DiaSorin che cede oltre due punti percentuali, seguita da Amplifon che mostra tuttavia un calo più contenuto e pari allo 0,8 per cento.
Fuori dal listino principale vola di oltre il 10% Cerved. Quest’ultima ha confermato di essere in trattative con alcuni fondi di private equity per la cessione della divisione Cerved Credit Management Group, la controllata sugli Npl. L’annuncio ufficiale arriva in seguito ai rumor di stampa circolati nei giorni scorsi. Le trattative sono senza vincolo di esclusiva. “Cerved darà informativa al mercato di eventuali sviluppi relativi alla valorizzazione della divisione Credit Management secondo le disposizioni vigenti”, ha aggiunto.
I temi caldi di giornata
In generale i mercati guardano anche alle positive indicazioni in arrivo dal fronte economico, con l’export cinese (espresso in dollari) che a febbraio ha registrato un aumento record su base annua, alimentando le speranze di una ripresa economica. Sullo sfondo però rimangono i timori per un ritorno dell’inflazione, alimentati tra l’altro dalla nuova fiammata dei prezzi del petrolio, che avanzano di oltre +2%, con il Brent che vola oltre la soglia dei 70 dollari al barile. Incide ovviamente la decisione dell’Opec+, la scorsa settimana, di lasciare inalterata l’offerta di petrolio. Ma non solo. Nel fine settimana, un drone ha attaccato inoltre un porto petrolifero saudita lanciando un missile balistico sugli impianti della Aramco, nella zona a est dell’Arabia Saudita. Pochi gli spunti macro previsti oggi. In uscita anche l’indice Sentix sulla fiducia degli investitori nell’Eurozona.