A Wall Street nuovo shock tassi Treasuries nel Fed Day. Mercati pendono da labbra Powell, sell su Tesla e FANG
Nella stessa giornata in cui la Federal Reserve di Jerome Powell snocciolerà la sua view sull’economia e sull’inflazione degli Stati Uniti, i tassi sui Treasuries a 10 anni testano un nuovo record, volando fino al record intraday dell’1,676%, nuovo valore massimo dal 6 febbraio del 2020.
Boom anche per i tassi a 30 anni, schizzati fino al record intraday del 2,428%, al record dal 12 novembre del 2019.
Il nuovo balzo dei tassi mette sotto pressione i titoli tecnologici, con il Nasdaq che arretra di oltre -1% a 13.336 punti. Sotto pressione anche lo S&P, che perde lo 0,32% a 3.949 punti, mentre il Dow Jones avanza dello 0,36% a 32.900 circa.
Le parole che il numero uno Jerome Powell proferirà durante la conferenza stampa successiva all’annuncio dei tassi sui fed funds (che i mercati scontano inchiodati allo zero) determineranno il sentiment dell’azionario e dell’obbligazionario mondiale per i prossimi giorni/settimane.
I mercati penderanno letteralmente dalle labbra della Fed, in particolare da quanto emergerà dal comunicato della Fed o da cosa dirà il presidente Jerome Powell.
Secondo alcuni economisti interpellati, potrebbero emergere segnali sull’intenzione della Fed di aumentare i tassi dallo zero nel 2023. Allo stesso tempo, alcuni esponenti potrebbero suggerire un aumento dei tassi già a partire dal prossimo anno.
C’è anche chi ritiene che Powell sia con le spalle al muro, e che non si trovi in una posizione tale da tentare, anche solo a parole, di zavorrare i tassi dei titoli di stato Usa.
In particolare Ian Shepherdson, responsabile economista di Pantheon Macroeconomics, ha riferito nel programma della Cnbc Squawk Box Europe che sarebbe “sorpreso” se la Fed indicasse l’intenzione di frenare il rialzo dei rendimenti che – riferimento ai decennali – hanno prezzato il rischio di un balzo dell’inflazione salendo in modo repentino, se si considera che, all’inizio dell’anno, viaggiavano attorno allo 0,9%. Per quanto saliti in modo veloce, ha fatto notare infatti Shepherdson, i tassi “sono ancora vicini allo zero in termini reali”.
Nella sessione della vigilia di Wall Street il Dow Jones Industrial Average ha perso 129 punti (-0,4%), a 32.825,95 punti; lo S&P 500 ha ceduto lo 0,2% dopo aver testato un nuovo record intraday e ha chiuso a 3.962,71, mentre il Nasdaq Composite è salito dello 0,1% a 13.471,57 punti.
Oggi i titoli FAANG tornano a perdere terreno, trascinando al ribasso il Nasdaq: Apple, Alphabet, Facebook e Netflix sono tutti titoli in rosso. Molto male anche Tesla, che cede più del 2%.
Bene invece i titoli ciclici come Boeing, Carnival e Norwegian Cruise Line. In rialzo anche McDonald’s.
Riguardo alla Fed François Rimeu, Senior Strategist, di Française AM, ritiene che la Fed manterrà un “orientamento dovish in materia di politica monetaria, in particolare a causa del significativo gap nel mercato del lavoro”.
“La FED continuerà a monitorare le condizioni finanziarie, che rimangono allentate. Non crediamo che verranno adottate misure come l’estensione della WAM (weighted average maturity) per limitare i rendimenti di lungo termine. Quindi, probabilmente gli acquisti di asset continueranno al ritmo attuale: almeno $80 miliardi in Treasuries e $40 miliardi in mortgage-backed securities al mese”, ha detto Rimeu.
“Per quanto riguarda i ‘dot plot’ – ha continuato – ci attendiamo che la maggioranza dei membri del comitato posizionino un rialzo nel 2023 rispetto a nessun rialzo a dicembre. Non pensiamo che i mercati reagiranno in modo eccessivo a questo cambiamento, considerando quanto il pricing della parte iniziale della curva abbia registrato una dinamica rialzista dall’ultima riunione del FOMC. Nel complesso, ci aspettiamo che questa riunione rappresenti una conferma della tendenza dovish della FED: un bias che potrebbe essere leggermente negativo per le obbligazioni a più lunga scadenza”.
Scetticismo sul trend del titolo Tesla è stato manifestato nelle ultime ore, in particolare, dal gestore dei fondi di Lansdowne Partners, Per Lekander, in un intervento alla trasmissione della Cnbc ‘Squawk Box Europe’.
Lekander ha detto di ritenere che l’azione sia in bolla, tanto da essere short sul titolo. Tesla ha visto il proprio valore di mercato volare oltre quota $800 miliardi nei dodici mesi terminati a gennaio. Il valore di mercato è poi crollato a meno di $600 miliardi a febbraio, per poi risalire fino a $679 miliardi.
Secondo il gestore, questo sarà proprio l’anno in cui torneranno alla ribalta le rivali di Tesla, in particolar modo proprio Volkswagen, valutata al momento 119 miliardi di euro, l’equivalente di $141 miliardi, sul cui titolo Lekander è long.