Un’ora al giorno nel metaverso, ecco cosa ci aspetta e come potrebbe cambiare il mondo del lavoro
Addentrarsi in una specie di videogioco, una realtà in 3D: questa l’esperienza del metaverso, un vero e proprio mondo virtuale inaugurato da Mark Zuckerberg e che ha tutte le sembianze di una realtà parallela in cui si possono acquistare terreni, costruire case e vivere una vita completamente diversa da quella fisica.
Metaverso: il futuro di internet
Ribattezzata come la prossima versione di Internet, il metaverso ricrea la sensazione di essere fisicamente presenti senza essere effettivamente sul posto. E tutti stanno provando ad immergersi. Da Facebook a Nike, da JP Morgan a Toyota, il mondo degli affari è ossessionato dal metaverso con le aziende che scommettono molto sul concetto di mondi condivisi alimentati da prodotti virtuali ed esperienze digitali. Microsoft e Facebook stanno sovrapponendo mondi virtuali e immersivi alle loro piattaforme esistenti. Marchi di moda come Ugg stanno assistendo a nuovi flussi di entrate vendendo abbigliamento virtuale su Zepetto. Una scommessa che ripagherà se si considera che Citigroup, una delle principali banche di investimento americane, ha stimato che il valore di mercato del Metaverso potrebbe raggiungere, entro il 2030, dagli otto ai tredici trilioni di dollari.
Il lavoro nel metaverso
Molte le società che stanno sperimentando nuovi modi per commercializzare, formare i dipendenti tramite la realtà virtuale e sviluppare modelli di business completamente nuovi. Ma come cambierà il mondo del lavoro nel metaverso? Basti pensare ad un luogo di lavoro fisico sì ma in cui si collabora con robot, umanoidi e altri dispositivi intelligenti. I colleghi del metaverso non sono solo avatar delle nostre controparti del mondo reale ma a loro si aggiungeranno i bot dotati di intelligenza artificiale e simili a quelli umani.
Gartner prevede che entro il 2026, il 25% delle persone passerà almeno un’ora al giorno nel metaverso per lavoro, shopping, ecc. Collegando la vita reale e quella digitale, il metaverso può fornire opportunità interoperabili nel nuovo mondo del lavoro stabilendo una comunità dove possiamo lavorare, giocare, transare e socializzare, aiutando infine le organizzazioni a raggiungere un migliore coinvolgimento con i loro dipendenti attraverso spazi di lavoro aumentati.
Americani più spaventati dal metaverso
Tuttavia c’è da dire che quasi un terzo degli adulti statunitensi è più “spaventato” dal metaverso piuttosto che “eccitato”.
Secondo un recente sondaggio condotto da Axios e dalla società di software di ricerca di mercato Momentive su più di 2.500 adulti statunitensi, le persone sono attualmente più propense a temere il metaverso che a esserne entusiaste. Il sondaggio, che si è svolto dal 23 al 25 marzo ha chiesto agli intervistati se l’idea del metaverso li ha resi “più eccitati o spaventati per il futuro”. Solo il 7% degli intervistati ha detto che l’idea di un metaverso li ha resi “più eccitati” per il futuro. Quasi un terzo degli intervistati ha detto che li ha resi “più spaventati”.
La porzione più grande – il 58% – ha risposto “nessuno dei due”, suggerendo che la maggioranza degli americani tratta ancora l’idea del metaverso con relativa indifferenza. Inoltre, ben il 60% degli intervistati ha dichiarato di non aver familiarità con l’idea del metaverso, in primo luogo. L’apatia – o la paura – del metaverso da parte degli americani potrebbe essere preoccupante per le aziende che già investono miliardi di dollari nello sviluppo dei loro mondi virtuali, da Meta e Microsoft a Disney e società di gioco come Roblox ed Epic Games. Per non parlare dei singoli investitori che già sborsano milioni di dollari per accaparrarsi immobili virtuali su piattaforme come Decentraland e Sandbox.
Ma i risultati del sondaggio potrebbero anche incoraggiare gli scettici del metaverso – come il fondatore di Evernote Phil Libin, che ha detto all’inizio di quest’anno che gran parte dell’attuale hype attorno al metaverso è poco più di una moda. Avrà torto?