Credit Suisse sotto il fuoco delle vendite (e delle indagini). Titolo paga scandalo Archegos e annuncio aumento capitale
Titolo Credit Suisse sotto il fuoco delle vendite, dopo la pubblicazione del bilancio del primo trimestre che ha messo in evidenza, come temuto, una perdita collegata all’esposizione all’hedge fund Archegos, collassato alla fine di marzo.
Il colosso bancario svizzero ha annunciato contestualmente un aumento di capitale al fine di rimettere in sesto i propri conti, ammaccati dalla perdita suddetta (252 milioni di franchi svizzeri nei primi tre mesi dell’anno), legata a un onere di ben 4,4 miliardi di franchi svizzeri legato al fondo speculativo.
L’aumento di capitale avverrà attraverso l’offerta sul mercato, valutata 1,8 miliardi di franchi svizzeri, di 203 millioni di bond convertibili:
“La nostra posizione di capitale è rimasta solida, con un CET1 ratio pari al 12,2% e un CET1 leverage ratio del 3,8% alla fine del primo trimestre del 2021 – ha riferito la banca in una nota – Tuttavia, con l’offerta (delle azioni, aumento di capitale), ci aspettiamo di rafforzare ulteriormente la nostra posizione di capitale, in linea con la nostra intenzione di raggiungere un CET1 ratio approssimativamente pari al 13% e un CET1 leverage ratio minimo del 4%”.
Credit Suisse è la banca più esposta, tra quelle che hanno finanziato le folli scommesse del fondo Archegos (altri nomi includono Goldman Sachs, Nomura, Morgan Stanley).
Il fondo è collassato nel momento in cui non è riuscito a soddisfare le margin call presentate dalle stesse banche che, verso la fine di marzo, hanno iniziato a bombardare Archegos con richieste di maggiori garanzie, consapevoli di come le sue puntate non stessero andando sperato. Una puntata bullish, quella dell’hedge fund lanciato da Bill Hwang (tra l’altro noto per aver fatto anche mea culpa, anni prima, in un caso di insider trading che aveva visto protagonista un altro fondo che gestiva allora, Tiger Asia Management), andata a finire decisamente male.
Tra i titoli su cui il fondo aveva scommesso, soprattutto Viacom e Discovery, nel mirino delle vendite in quel maledetto venerdì 26 marzo. Il lunedì successivo, 29 marzo, Wall Street si risvegliava sotto shock, apprendendo che, tra i colossi esposti all’hedge fund, c’erano per l’appunto anche Goldman Sachs e Morgan Stanley.
E, almeno riguardo a Credit Suisse, l’effetto Archegos non è limitato certo al primo trimestre del 2021.
Il gigante elvetico, costretto a tagliare il 97% della sua esposizione al fondo, prevede che i risultati del secondo trimestre saranno colpiti da un altro onere legato alla vicenda, per un valore di 600 milioni di franchi.
In tutto questo c’è anche la parte giudiziaria, se si considera che l’autorità dei mercati svizzera Finma ha ovviamente acceso un faro sul coinvolgimento della banca nello scandalo del fondo Archegos.
Credit Suisse paga doppia implosione Archegos e Greensil Capital
Come scrive Bloomberg, il timing non avrebbe potuto essere peggiore, visto che la notizia relativa all’esposizione al fondo è arrivata proprio dopo l’altro scandalo che ha visto coinvolta Credit Suisse, quello della liquidazione di Greensil Capital.
Proprio poco prima che si conoscesse il guaio provocato dall’esposizione al fondo americano, Credit Suisse aveva annunciato un rimpasto nella sua divisione di risparmio gestito e la sospensione, anche, di bonus, nel tentativo di contenere il danno sofferto a caua del collasso di Greensil, il gigante della finanza che conta tra i suoi consulenti l’ex premier britannico David Cameron. All’inizio di marzo Greensill aveva presentato un’istanza per ricorrere all‘amministrazione controllata, sulla scia di un ‘grave stress finanziario’ e per l’incapacità di rimborsare un prestito del valore di 140 milioni di dollari a Credit Suisse.
In queto caso la colpa sarebbe stata in primis della catena di ‘default’ che ha colpito il suo cliente chiave GFG Alliance. Greensill, specializzato nel settore della ‘supply-chain finance’ o anche SCF, è tra i principali finanziatori dell’impero del magnate tycoon britannico Sanjeev Gupta, di cui fa parte Liberty Steel, terzo principale produttore di acciaio del Regno Unito.
Il doppio scandalo Archegos-Greensil si è tradotto nelle dimissioni del numero uno della divisione di investment bank di Credit Suisse, Brain Chin, e del responsablie rischi della banca, Lara Warner.
Il ceo della divisione di investment banking Chin sarà sostituito il prossimo 1° maggio da Christian Meissner, al momento co-responsabile della divisione internazionale di wealth management e vicepresidente dell’investment banking. Joachim Oechslin è stato nominato responsabile dei rischi e Thomas Grotzer responsabile compliance: tutti e tre i manager risponderanno del loro operato direttamente all’AD Thomas Gottstein.
Il cda ha deciso anche di rinunciare ai bonus relativi all’anno 2020, tagliando il dividendo proposto, come preannunciato agli inizi del mese, quando è arrivata la seguente comunicazione:
“A seguito della questione che riguarda l’hedge fund con sede in Usa il cda corregge la sua proposta su questo aspetto della sua agenda, proponendo di distribuire dividendi ordinari complessivi ridotti, pari a 0,10 franchi svizzeri su base lorda per ogni azione registrata, la metà rispetto agli utili trattenuti e la metà delle riserve di contributi di capitali”. Tra le misure, oltre alla purga dei dirigenti coinvolti, anche la sospensione delle operazioni di buyback.
Stando a quanto riporta il Wall Street Journal, anche le autorità americane hanno chiesto a Credit Suisse maggiori informazioni sui legami con il fondo Archegos.
La banca ha così commentato i risultati di bilancio del primo trimestre, dunque la perdita pari a 252 milioni di franchi svizzeri sofferta: il risultato riflette “un onere significativo, legato a una questione relativa all’hedge fund Usa che si è presentata nel primo trimestre del 2021, e che ha compensato la performance positiva (della banca) nei settori del wealth management e dell’investment banking”. L’onere è appunto quello pari a 4,4 miliardi di franchi.
Titolo Credit Suisse affonda di oltre -6%, -22% da inizio anno
Il titolo Credit Suisse ha perso fino a -6% alla borsa di Zurigo, portando le perdite sofferte dall’inizio dell’anno a -22%.
Così come ha reso noto il ceo Thomas Gottstein nel corso di una intervista rilasciata alla Bloomberg Television, il colosso ha intenzione, tra le altre cose, di ridurre il rischio nella divisione di investment banking, e di tagliare l’esposizione al leverage di circa $35 miliardi nella sua divisione di prime brokerage, quella direttamente coinvolta nello scandalo del fondo Usa.
Tra l’altro, l’incubo dell’hedge fund non è finito, se si considera che la banca ha continuato a smobilizzare $2 miliardi di azioni legate al fondo fino alla scorsa settimana, con la seconda vendita in blocco dei titoli.