Con ruolo banche in Pnrr BPM sempre più lanciata verso nozze (Bper o UniCredit?). Preview bilancio I trimestre
Banco BPM-UniCredit o Banco BPM-Bper? O, come ha ipotizzato qualcuno, una fusione a tre che porterebbe all’asse Banco BPM-UniCredit-Mps?
Giuseppe Castagna, AD di Banco BPM, rilancia il dossier del risiko bancario in Italia, confermando la voglia di M&A nel settore: ora, d’altronde, c’è un motivo in più.
Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) del governo Draghi -che, come sottolineato dal ministro dell’economia Daniele Franco, sarà sottoposto al vaglio della Commissione europea “entro la fine di questa settimana – passa, fa notare un articolo di La Repubblica, soprattutto dalle banche.
“I big come Intesa e UniCredit in campo: toccherà a loro mappare le filiere industriali e capire quali aziende coinvolgere”, scrive il quotidiano, aggiungendo che le banche italiane “sono pronte a mettere sul piatto una fiche da 200 miliardi, quasi raddoppiando le ricadute del Pnrr”.
La Repubblica ha interpellato Claudio Torcellan, partner di Oliver Wyman e responsabile dei servizi finanziari nel Sud-Est Europa, che ha sottolineato che, di fatto, “il successo del Pnrr dipenderà moltissimo dalla capacità delle banche di sostenerlo, sia con la scelta e il monitoraggio dei progetti giusti sia con il loro cofinanziamento”.
Co-finanziamento che, secondo “Oliver Wyman, potrebbe conservativamente ammontare a 150-200 miliardi” per l’appunto, generando “quasi un altro Pnrr”.
Che c’entra questo con la voglia di M&A reiterata da Castagna?
C’entra eccome, visto che l’AD stesso riferisce in una intervista alla Nazione-Carlino-Giorno che “avere almeno tre banche importanti radicate nelle migliori regioni italiane, darebbe forza e capacità di realizzazione al Recovery Fund e sarebbe un moltiplicatore e un volano all’iniezione di capitali pubblici”.
Insomma, come scrive l’articolo che riporta nel titolo le parole di Castagna “Bpm si rafforzerà, servono grandi banche”, gli istituti di credito italiani non vogliono certo “farsi trovare impreparati di fronte alla pioggia di miliardi in arrivo dall’Europa” con il Next Generation EU.
Dopo tanti rumor e indiscrezioni di mercato, il risiko bancario si è attivato concretamente qualche giorno fa, con la notizia del successo dell’Opa di Credit Agricole Italia su CreVal. I francesi, secondo qualcuno, potrebbero anche tornare a rivolgere le loro mire su Carige.
Ma che dire delle altre banche oggetto di ripetuti rumor ormai da mesi? Che dire di UniCredit, entrata nella nuova era di Andrea Orcel, che lo Stato, così sembra, vorrebbe dare ancora in sposa a Mps? Ma che gli analisti e gli azionisti spingerebbero verso un matrimonio con Bper?
Entrambi i casi sono stati commentati da Castagna, in occasione del coinvegno di Milano Capitali sul ruolo delle banche nella gestione del Recovery Fund:
“Per ora non ho avuto nessun contatto con Andrea Orcel (il ceo, per l’appunto, di UniCredit) e Piero Montani (che ha sostituito l’ex AD di Bper Alessandro Vandelli). Lasciamo loro il tempo di lavorare, sono appena arrivai. Noi abbiamo iniziato 4 anni fa con un’importante fusione tra Bpm e Banco Popolare, che ha dato un’ossatura importante al sistema bancario italiano. Siamo rimasti non tanti in grado di poter affrontare un ulteriore passo di consolidamento proattivo. Si tratta di capire a livello istituzionale quale sistema bancario sarà migliore”.
Bilancio BPM il 6 maggio: Equita presente la preview sui conti
Intanto Equita Sim presenta la preview per i risultati di bilancio relativi al primo trimestre che Banco BPM diffonderà il prossimo 6 maggio: “ci aspettiamo una buona performance operativa nel trimestre grazie alla componente commissionale (in linea con i livelli del I trimestre del 2020 e in aumento del 2% su base trimestrale), che dovrebbe compensare un calo del margine di interesse (-2% su base trimestrale), a causa dell’effetto calendario negativo rispetto al quarto trimestre del 2020, ad un possibile restringimento dello spread commerciale e un aumento della raccolta.
In dettaglio, per il I trimestre ci aspettiamo:
- margine di interesse netto: €498mln (+5% a/a).
- Operating profit: €1.054 milioni (+10% a/a).
- Utile operativo: €412 milioni.
- LLP a €217, con un costo del rischio di 78 pb, leggermente al di sopra della guidance ordinaria del CoR fornita dal management per il 2021.
- Utile netto: €78 milioni Ci attendiamo inoltre che gli headwinds regolamentari (100 punti base sul CET1, attesi per la prima metà dell’anno) possano essere contabilizzati quasi interamente nel primo trimestre,
“Riteniamo comunque – si legge ancora nella nota odierna della SIM milanese che Banco BPM continui ad avere una solida posizione patrimoniale (CET1 in area 12,5%) con circa 400 punti base di buffer vs i requisiti SREP” e “abbiamo effettuato un fine tuning delle stime per il 2021-2023”.
Più precisamente – continuano da Equita – abbiamo:
- incrementato il total income 2021 dell’1% incorporando l’impatto positivo sul NIM nei prossimi trimestri derivante dall’aumento di 10 miliardi di euro dell’esposizione al TLTRO3.
- aumentato il tax rate, limando le stime di utile 2021-2023 del -3% circa.
Confermiamo il BUY sul titolo Banco BPM, sottolinea Equita: “pensiamo che possa partecipare attivamente al processo di consolidamento del settore bancario considerando:
- il miglioramento del profilo di rischio con NPE ratio inferiore all’8% e solida posizione patrimoniale (400 punti base buffer vs SREP).
- un maggiore appeal speculativo guidato da una valutazione cheap rispetto alla media del settore (PTE 0,3x vs 0,5x media di settore).