Deloitte Private: sanzioni Russia riguardano l’8,9% dell’export italiano
Le tensioni e le incertezze generate dall’invasione russa in Ucraina stanno disegnando un nuovo scenario globale con un impatto sull’attività economica difficilmente interpretabile e che si sta manifestando principalmente attraverso uno shock di offerta. “Il Governo ha quantificato l’impatto del conflitto in una riduzione della crescita del PIL nel 2022 dal 4,7% al 2,9% e nel 2023 dal 2,8% al 2,3%. Il quadro naturalmente è in continua evoluzione, ma due sono gli elementi principali da tenere in considerazione: le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e l’interruzione delle catene di approvvigionamento delle stesse” ha affermato Ernesto Lanzillo, responsabile Deloitte Private. Gli effetti di tale crisi a livello globale sono disomogenei tra aree geografiche e settori, e questo dipende dalla vicinanza al conflitto, dalle dipendenze delle produzioni, dai tipi di materia prima e altre commodity e, in generale, dalle connessioni produttive e finanziarie con i paesi direttamente coinvolti nella guerra. “L’Unione Europea è una delle aree più colpite. Pur rappresentando solo il 4,8% del commercio dell’UE, la Russia pesa fortemente nel settore energetico con il 40% delle importazioni di gas, il 25% delle importazioni di petrolio e il 47% dei combustibili solidi importati. Per l’Italia, il gas russo rappresenta il 38% del consumo, se si dovesse concretizzare una interruzione completa della fornitura di gas russo, si verificherebbero colli di bottiglia in diversi Paesi europei, incluso il nostro, derivanti da difficoltà nella distribuzione di fonti di energia alternative”, commenta Lanzillo. Guardando al tema delle sanzioni e dei rapporti commerciali con la Russia, molte imprese straniere private si sono ritirate o hanno annunciato di sospendere le proprie operazioni in Russia. Tuttavia, Francia (68%) e Italia (64%) si trovano sul podio con percentuali di “non disimpegno” dalla Russia, molto vicine a quelle cinesi (75%) e più elevate rispetto a quelle tedesche (46%).
In generale, però, le sanzioni alla Russia per l’export italiano avrebbero un impatto diretto complessivamente modesto. Infatti, il blocco riguarda 686 milioni di euro di vendite in Russia, ovvero l’8,9% dell’export italiano nel paese, il quale a sua volta rappresenta solo l’1,5% del totale dell’export italiano.
“In questa situazione resta della massima importanza l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Al netto di tutte le difficoltà presenti e future, infatti, l’Italia con il PNRR dispone di uno strumento senza precedenti per rafforzare e far crescere tutta la sua economia e le sue imprese, riducendo la dipendenza energetica dalla Russia e creando le basi per una proiezione internazionale del Made in Italy sempre più dinamica, innovativa e in grado di evolvere con il contesto” conclude Lanzillo.