Borsa di Milano chiude poco mossa. Unicredit regina di giornata, bene anche CNH. TIM colpita dalle vendite
Piazza Affari ha chiuso la seduta di oggi appena sopra la parità, dopo un inizio positivo. A smorzare gli entusiasmi è stata una Wall Street contrastata dopo che il dato sui sussidi di disoccupazione ha confermato come il mercato del lavoro degli Stati Uniti stia tornando a livelli vicini a quelli del periodo precedente la pandemia Covid-19. Domani è atteso il rapporto mensile sull’occupazione americana, che sarà tenuto sotto stretta osservazione dai mercati. Gli investitori si muovono quindi incerti tra le speranze di una ripresa economica vigorosa e i timori di una stretta monetaria da parte delle banche centrali di fronte a un miglioramento della congiuntura e a un aumento dei prezzi. In questo quadro, l’indice Ftse Mib di Piazza Affari ha terminato con un progresso dello 0,13% 24.495,07 punti.
Tra i titoli del paniere principali, si è messa in evidenza fin dall’inizio UniCredit, che è balzata in avanti di 5 punti percentuali in area 9,3 euro dopo i conti che si sono dimostrati nettamente superiori alle attese grazie alle commissioni, al trading e al minore costo del rischio. Tra le banche, bene anche Bper che è salita del 2%, Banco Bpm, che in attesa dei risultati è avanzata dell’1,3%, mentre Intesa Sanpaolo (+0,8%) ha proseguito i rialzi della vigilia in scia alla buona trimestrale.
Banche a parte, exploit di CNH Industrial che ha continuato a correre dopo i risultati del primo trimestre 2021 superando abbondantemente la soglia dei 13 euro grazie a un balzo del 4,4%.
Tra i ribassi invece, si è distinta Telecom Italia che ha terminato con una flessione del 5,5% a 0,42 euro, dopo essere arrivata a cedere anche 9 punti percentuali. A pesare sugli scambi è stata l’indiscrezione secondo cui il governo Draghi avrebbe abbandonato il progetto rete unica sotto il controllo di Telecom Italia. A seguito di una richiesta dell’Unione Europea di promuovere la concorrenza mentre assegna i fondi dal Recovery Plan, il governo Draghi avrebbe deciso di non sostenere più il piano di Telecom Italia di combinare le sue risorse di rete fissa con le reti gestite dalla rivale di proprietà statale Open Fiber, per creare un’unica rete nazionale in fibra.
Male anche Recordati (-3%) nel giorno della trimestrale che è stata chiusa con ricavi e utili in calo. In occasione dei conti il gruppo farmaceutico ha anche diffuso il piano industriale al 2023, prevedendo ricavi compresi tra 1.900 e 2.000 milioni, un Ebitda tra 720 e 760 milioni e un utile netto rettificato compreso tra 530 e 560 milioni.