Wall Street futures incerti, buy sugli energetici con rialzo petrolio e benzina dopo attacco Colonial Pipeline
I futures sul Dow Jones salgono dello 0,32% a 34.973 punti; i futures sullo S&P 500 sono piatti, in rialzo dello 0,06% a 4.227 punti. I futures sul Nasdaq scendono dello 0,46% a 13.648 punti. Protagonista la notizia dell’attacco cibernetico che ha colpito la rete di oleodotti di Colonial Pipeline, la più grande degli Stati Uniti, nel corso del fine settimana.
La società è stata costretta a interrompere il trasporto di carburante dal Golfo del Messico all’area metropolitana di New York, ma non solo, per “mettere offline alcuni sistemi, al fine di contenere la minaccia”. Colonial ha riferito di aver appreso venerdì scorso di essere stata “vittima di un attacco informatico”: da allora ha interrotto la rete di oleodotti di 8.850 chilometri, che trasporta quasi la metà delle riforniture di carburanti nella East Coast.
La sospensione alimenta il timore che l’area sia costretta a fare i conti con la carenza nelle riforniture di benzina, diesel, carburante per aerei. Il presidente americano Joe Biden è stato informato dell’attacco e ha dichiarato lo stato di emergenza negli Stati Uniti, per far sì che vengano attivate alcune misure come il trasporto stradale del carburante e l’estensione agli autotrasportatori americani delle ore di lavoro giornaliere, per consentire una consegna più veloce delle riforniture.
I timori sull’offerta di petrolio, benzina e carburante hanno ovviamente ripercussioni sulle quotazioni dei rispettivi contratti. I prezzi del contratto WTI salgono dello 0,82% a $65,43 al barile, mentre le quotazioni del Brent avanzano dello 0,91% a $68,90 al barile.
I futures sulla benzina hanno segnato un aumento fino a +1,4% a $2,156 il gallone, ritracciando comunque dai massimi testati durante le contrattazioni overnight. In premercato salgono di conseguenza i titoli energetici.
Guardando ad altre commodities, occhio al boom dei prezzi del minerale di ferro, con i futures sulla materia prima utilizzata nella produzione di acciaio che sono balzati di oltre il 10% a Singapore, fino al record di $226 la tonnelata.
Il rally si spiega con la forte domanda da parte della Cina, che ha portato i prezzi a sfondare quota $200, la scorsa settimana, per la prima volta nella storia.
Buy anche su altre materie prime, destinate a beneficiare della ripresa della domanda post pandemia Covid, come il rame, con il contratto a tre mesi balzato di oltre +3,5% nelle contrattazioni del London Metal Exchange fino al record assoluto di $10.660,50 la tonnellata.
Tornando a Wall Street, la notizia del cyber attack alla società Colonial dà una spinta ai titoli delle società attive nel comparto della sicurezza cibernetica: le quotazioni di FireEye balzano del 6%, e in rialzo sono anche i titoli
Fortinet e CrowdStrike.
Le Big Tech sono invece sotto pressione, zavorrando i futures sul Nasdaq. Tesla cede l’1%, male anche Oracle così come Facebook e Alphabet.
Da segnalare che il Dow Jones e lo S&P 500 ripartono da livelli record, dopo aver guadagnato rispettivamente il 2,7% e l’1,2% la scorsa settimana. Il Nasdaq è reduce invece da una flessione dell’1,5%.