Borsa di Milano rimbalza, Ftse Mib torna a salire. Banche contrastate, deboli titoli oil
La Borsa di Milano si muove in territorio positivo, dopo i recenti ribassi. L’indice Ftse Mib segna un progresso dello 0,3% in area 24.564 punti, tentando un rimbalzo dal -1,58% di ieri. Gli investitori sembrano snobbare le preoccupazioni su una prossima stretta monetaria da parte delle grandi banche centrali, alimentate dalle indicazioni arrivate ieri dalle minute della Federal Reserve.
Dai verbali è infatti emerso un elemento di novità, che potrebbe alimentare i timori di un tapering del QE e di un rialzo dei tassi in anticipo, rispetto a quanto indicato dalla stessa banca centrale americana. “Alcuni esponenti hanno indicato che, se l’economia dovesse continuare a fare rapidi progressi verso gli obiettivi della Commissione, potrebbe essere appropriato a un certo punto nei prossimi meeting iniziare a discutere un piano per apportare aggiustamenti al ritmo degli acquisti di asset”. Attenzione oggi anche al discorso del presidente Bce, Christine Lagarde.
Tornando a Piazza Affari, tra i titoli del paniere principale, contrastato il comparto bancario con FinceoBank che sale dell’1,4% conquistando la vetta del Ftse Mib, seguita da Unicredit, in rialzo di 1 punto percentuale, mentre Banco Bpm scivola dello 0,7%, insieme a Bper, in ribasso dello 0,4%. Banco Bpm si conferma tra i titoli più caldi del momento (è anche il migliore Ytd con +52,7%) con l’aumento dell’appeal da M&A. Secondo le ultime indiscrezioni, il ceo Giuseppe Castagna avrebbe aggiornato il CdA in materia di M&A, presentando come principale opzione la fusione con Bper. Sul mercato invece l’opzione più calda appare quella di un deal con Unicredit che potrebbe garantire maggiori ritorni per gli azionisti del Banco.
In rialzo Telecom Italia, che segna un +0,4%, dopo la diffusione dei conti. Il gruppo tlc ha chiuso il primo trimestre 2021 con una perdita di 0,2 miliardi di euro per effetto di partite non ricorrenti (-0,3 miliardi) e, in particolare, per l’accantonamento destinato all’uscita di personale per il pensionamento anticipato e volontario prevista nel secondo trimestre di quest’anno (circa 1.300 persone). Il risultato netto, escludendo le partite non ricorrenti, si attesta a 0,1 mld.
Deboli, invece i titoli oil con Eni in calo dello 0,3%, seguita da Tenaris, che cede lo 0,2%.