Azionario Asia: borsa Tokyo ingessata, bene Hong Kong. Futures Usa poco mossi dopo nuovo record S&P
Azionario asiatico prevalentemente positivo, all’indomani dell’arrivo dei due grandi market stanno condizionando e condizioneranno nelle prossime sessioni il trend delle borse, dei debiti sovrani, del forex. Fanno eccezione la borsa di Tokyo con l’indice Nikkei 225 attorno alla parità (-0,03% nei minuti dell’orario di chiusura), e quella di Shanghai, in calo dello 0,37%; positive invece Hong Kong +0,46%, Sidney +0,16%, Seoul +0,67%.
Futures sugli indici azionari americani poco mossi, dopo la chiusura positiva di Wall Street, che ha visto lo S&P 500 salire a nuovi valori record.
Il sentiment ha retto, nonostante la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo Usa, fondamentale termometro dell’inflazione, abbia messo in evidenza a maggio una impennata pari a +5% su base annua, oltre le stime, e al nuovo massimo dal 2008. Boom anche per la componente core, schizzata del 3,8% su base annua, al record in quasi 30 anni.
Ma la paura di un tapering del Quantitative easing da parte della Banca centrale americana non ha fatto da padrona.
Ieri il Dow Jones ha chiuso in rialzo di 19 punti (+0,06%), a 34.466,24 punti; lo S&P 500 è avanzato dello 0,47% a 4.239,18 punti, mentre il Nasdaq Composite ha terminato la sessione con un rialzo dello 0,78% at 14.020,33 punti.
I futures sul Dow Jones sono piatti, con una variazione pari a +0,02% a 34.361 punti; i futures sullo S&P 500 sono ingessati anch’essi, con un rialzo pari ad appena +0,04% a 4.230 punti; idem i futures sul Nasdaq, +0,09% a 13.963 punti.
Ieri è stato anche il Bce Day, che ha visto protagonista la riunione del Consiglio direttivo della Bce e la conferenza stampa successiva della presidente Christine Lagarde.
Attese con trepidazione erano soprattutto le dichiarazioni sullo strumento del QE pandemico, il PEPP, con cui l’Eurotower fa shopping di bond per un valore di $80 miliardi al mese (e che accompagna il tradizionale programma di acquisto di asset, APP, che prosegue al ritmo di $20 miliardi al mese).
L’inflazione – ha ripetuto Lagarde -non è un problema, al punto che la Bce ha annunciato che manterrà un ritmo “significativamente” più veloce di acquisti di asset con il suo QE pandemico per il prossimo trimestre.
C’è da dire che tuttavia l’euro sale, avanzando dello 0,13% a $1,2189, scontando probabilmente anche quanto ha ammesso Lagarde, ovvero che tre esponenti del Consiglio direttivo della Bce hanno chiesto ieri di tagliare l’acquisto di asset che avviene ogni mese con il PEPP. Si tratta però anche decisamente di una minoranza, visto che in tutto gli esponenti sono 25.
A questo punto, grazie attesa per il prossimo meeting del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve capitanata da Jerome Powell, per i prossimi 15-16 giugno.