Autostrade esce dalla galassia Benetton: dopo 21 anni torna sotto l’ala pubblica
Dopo 21 anni dalla privatizzazione, le autostrade italiane escono dalla galassia Benetton per tornare sotto l’ala pubblica. Atlantia, la principale rete autostradale del Paese, torna nelle mani dello Stato a un prezzo di 9,3 miliardi.
Attesa per oggi la firma ufficiale dell’accordo vincolante di cessione da parte di Atlantia al consorzio guidato da Cdp, dopo il via libera all’operazione avvenuto ieri da parte del cda della holding controllata dai Benetton. In particolare, il consiglio di amministrazione di Atlantia ha accettato l’offerta vincolante per l’acquisizione dell’88,06% di Autostrade per l’Italia, presentata dal consorzio guidato da Cassa Depositi e Prestiti con i fondi esteri Blackstone e Macquarie. Il closing vero e proprio è previsto non prima di fine novembre. Il CDA ha sottolineato che per arrivare al closing dovranno verificarsi le condizioni sospensive dell’accordo (le più importanti sono l’approvazione del PEF ed il settlement col governo) entro Marzo 2022 o una diversa data da concordarsi fra le parti, ma non oltre giugno 2022.
“L’offerta da 9,3 miliardi, come sottolineato da Atlantia stessa nella relazione illustrativa predisposta dal cda in vista dell’assemblea di fine maggio, “non si discosta in maniera significativa dal limite inferiore del range di valore stimato per il 100% del capitale» dalle banche advisor della holding (9,3-9,5 miliardi) che, peraltro, avevano tenuto conto anche degli ipotetici ristori Covid (fino a 300 milioni).Riguardo alle garanzie che Atlantia dovrà fornire su alcune cause pendenti, compresi principalmente i danni indiretti legati al Morandi, l’offerta prevede «una gestione coordinata con una condivisione dei rischi tra venditore e compratore (75%-25%) oltre la soglia di 150 milioni di indennizzi, che rimarrebbe invece interamente a carico di Atlantia». Dopo la vendita di ASPI, Equita Sim stima che la holding avrà oltre 5 miliardi di cassa, aumentando la flessibilità strategica.