Borse europee deboli dopo la Fed, devono digerire intenzione di rialzo tassi già nel 2023
Le principali Borse europee si muovono in territorio negativo all’indomani della Federal Reserve, che ha segnalato l’intenzione di alzare i tassi di interesse a un ritmo più rapido del previsto. La banca centrale americana ha infatti indicato che i tassi potrebbero essere alzati già nel 2023, dopo aver detto nel mese di marzo di non intravedere la necessità di alcuna stretta monetaria almeno fino al 2024. Dal dot plot -documento che indica le aspettative di ciascun esponente del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed – è emerso che le aspettative della banca centrale Usa sono, in media, di due rialzi dei tassi nel 2023. Non solo. Il dot plot mostra anche che sette membri del comitato di politica monetaria della Fed vedono un primo aumento dei tassi nel 2022. La Fed ha d’altronde rivisto al rialzo le stime sulla crescita dell’inflazione a +3,4% quest’anno, ben oltre il +2,4% atteso nel precedente outlook.
In reazione agli annunci della Fed, il dollaro è salito segnando il suo maggior aumento giornaliero in 15 mesi contro un paniere di valute di
riferimento. Mentre il rendimento dei Treasury a 10 anni è balzato di sette punti base, il suo più grande guadagno in una singola sessione dall’inizio di marzo. In questo quadro, l’indice Eurostoxx 50 segna nei primi minuti di contrattazione un ribasso dello 0,25%. A Francoforte il Dax scivola dello 0,20%, a Parigi il Cac40 perde lo 0,19% mentre a Londra l’indice Ftse100 cede lo 0,6%.
All’indomani della Federal Reserve, le banche centrali rimangono in primo piano. Oggi infatti sono previste le riunioni della banca centrale della Svizzera, della Norvegia e della Turchia. Tra i dati, l’agenda macro prevede nel corso della mattina la bilancia commerciale italiana, oltre che la lettura finale dell’inflazione nell’Eurozona. Nel pomeriggio dagli Stati Uniti giungeranno le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione, l’indice Philadelphia Fed e l’indice anticipatore.