Febbre Ipo a livelli record da pre-crisi 2008. Ma attenti alle false partenze, Deliveroo docet
Febbre Ipo: mai come prima negli ultimi anni e tra l’altro proprio nel periodo post pandemia (se di vero post si possa parlare) le società di tutto il mondo stanno bussando alla porta dei mercati per raccogliere mezzi freschi.
Un ammontare record di quasi $350 miliardi è stato raccolto nei primi sei mesi del 2021, stando ai dati compilati da Bloomberg, più del dei $282 miliardi del secondo semestre del 2020.
Il valore si appresta a superare il massimo di sempre, testato nel 2007 – prima della crisi finanziaria del 2008 – pari a $420,1 miliardi.
La febbre Ipo è esplosa nell’anno della pandemia, ovvero l’anno scorso, vedendo sbarcare sulle borse soprattutto società attive nel comparto stay-at-home: un fenomeno che ha caratterizzato l’azionario è stato anche quello delle SPAC, veicoli che hanno sostituito quello tradizionale delle Ipo per consentire il debutto di diverse aziende nell’arena del trading.
Quest’anno, a fare il loro ingresso nei mercati sono state anche società di energie rinnovabili e retailer online.
Tra le Ipo di maggior rilievo dei primi mesi dell’anno Bloomberg menziona quella della società svedese produttrice di latte e prodotti di avena Oatly Group e dell’azienda di sandali Dr. Martens.
Sono però sempre i gruppi tecnologici ad avere la meglio: come l’Ipo di Didi Global, che potrebbe confermarsi una delle più grandi dell’ultimo decennio se la cosiddetta Uber cinese riuscirà a vendere azioni per un valore fino a $4 miliardi.
“Da New York a Hong Kong i mercati sono stati in fibrillazione nella prima metà di quest’anno e hanno anche superato il boom dot-com della fine degli anni ’90”, ha commentato Aaron Arth, responsabile della divisione di financing group presso Goldman Sachs Group nell’Asia ex-Giappone.
Il boom è stato scatenato dallo tsunami di cash iniettato nell’economia dalle banche centrali di tutto il mondo, così come dalla scelta di investitori individuali, sempre più interessati ad accapparrare un pezzo delle loro società preferite.
Ovviamente tutto questo è andato a beneficio delle banche d’affari che hanno orchestrato le operazioni, con Goldman Sachs e Citigroup che si confermano rispettivamente la numero 1 e la numero 2 in questa fetta di mercato, nel corso del 2021.
Minaccia febbre Ipo, il caso Deliveroo e calo euforia per le SPAC
C’è tuttavia una minaccia che rischia di far scendere la febbre Ipo:
le società che stanno sbarcando sui mercati sono così tante, che l’industria – spiega sempre l’articolo di Bloomberg – sta iniziando ad apparire saturata. Gli investitori, con un’offerta così vasta, possono permettersi sempre più di essere selettivi, e dunque di fare anche qualche passo indietro di fronte a prezzi sempre più esosi che diverse società a forte crescita stanno chiedendo.
Il risultato è che diversi titoli sono crollati dopo il loro debutto in Borsa o nel giorno della stessa Ipo. Il titolo della start up di food-delivery Deliveroo è crollato del 26% il primo giorno di contrattazioni alla borsa di Londra (e in generale viaggia a un valore inferiore del 30% rispetto al prezzo di collocamento), mentre la start up assicuratica fondata da Josh Kushner, ha visto le proprie quotazioni scendere del 40% dal debutto a New York.
Il gruppo russo Nord Gold è stato costretto giorni fa a ritirare la sua Ipo, motivando la decisione con l’incertezza presente sui mercati e con le oscillazioni che stanno interessando i prezzi dell’oro, mentre Genworth Financial lo scorso mese ha rinviato la decisione sull’offerta americana presentata per la sua divisione di assicurazione sui mutui Enact Holdings.
Venerdì scorso, infine, la compagnia automobilistica scambiata già a Hong Kong Geely Automobile Holdings ha ritirato la sua applicazione per sbarcare a Shanghai.
“C’è un certo livello di stanchezza tra gli investitori, insieme a una maggiore selettività – ha confermato Saadi Soudavar, co-responsabile dei mercati dei capitali azionari di Europa, Medio Oriente e Africa presso Deutsche Bank – Dopotutto, è un anno record, dunque è possibile che gli investitori abbiano preso già le loro decisioni riguardo alle numerose transazioni in arrivo”.
In generale, l’appetito degli investitori per uno strumento particolare di quotazione si è già smorzato.
Stiamo parlando delle Spac che, nel corso del primo trimestre, hanno inciso per circa la metà sui proventi ricavati sul mercato delle Ipo, per poi vedere nel secondo trimestre la loro quota calare al 13%.
Non solo. Un indice che monitora il trend delle quotazioni che avvengono via SPAC è sceso del 23% dal record testato a febbraio. Il trend negativo è stato provocato anche dai controlli più rigidi avviati dalle autorità di regolamentazione, che hanno pesato ovviamente sul sentiment degli operatori.C’è da dire, tra l’altro, che la reputazione delle SPAC non è che sia priva di macchie, se si considera anche l’allarme che un articolo di Forbes ha lanciato mesi fa addirittura sulle SPAC Mafia.
SPAC è l’acronimo di Special Purpose Acquisition Companies, letteralmente società di acquisizione con obiettivi speciali, in pratica veicoli di investimento noti anche come blank check companies, che vengono costituiti con l’obiettivo di raccogliere capitali necessari per finanziare operazioni di M&A, fusioni e acquisizioni di aziende. Si tratta di strumenti che sono stati concepiti per la quotazione in borsa di aziende senza ricorrere all’iter tradizionale dell’Ipo.
La SPAC viene creata da investitori privati o anche da fondi di private equity attraverso un processo di raccolta fondi che avviene di norma con una Ipo e che si traduce nella nascita di una sorta di cassaforte, che ha l’obiettivo di effettuare un’acquisizione. L’acquisizione deve avvenire nell’arco di due anni: in caso contrario, il veicolo si dissolve e i fondi devono essere restituiti agli investitori. E’ possibile che il tempo a disposizione delle SPAC venga prorogato, nel caso in cui gli azionisti si esprimano con un voto favorevole all’opzione.
In ogni caso, sul proseguimento del boom delle Ipo rimane ottimista Rob Leach, responsabile in Europa della divisione di mercati azionari presso Jefferies Financial Group, secondo cui la fase esplosiva che sta caratterizzando il mercato delle Ipo continuerà per i prossimi 6-12 mesi.
Tra le prossime quotazioni di rilievo, merita di essere menzionata sicuramente quella dell’APP di trading Robinhood Markets, ma anche della società cloud OVHCloud, pronta al debutto in Francia, mentre Volvo Cars sta considerando un’Ipo in Svezia.
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Nel Medio Oriente, c’è Al Yah Satellite Communications che sta pianificando la prima Ipo sulla borsa di Abu Dhabi dal 2017.
“C’è una certa incertezza su per quanto ancora il party continuerà ad andare avanti, ma crediamo che il terzo trimestre sarà molto pieno su questo fronte”, ha detto Soudavar di Deutsche Bank.